ELISA SANDRINI - Come un tic tac (Recensione)

ELISA SANDRINI - Come un tic tac  (Recensione)

ELISA SANDRINI - Come un tic tac
(Autoproduzione)
Come un tic tac. Verrebbe subito da pensare a un orologio, a qualcosa di meccanico, al metronomo che usano i batteristi per stare a tempo, giusto per rimanere in ambito musicale. E invece non c’è niente di meccanico in questo bel disco d’esordio di Elisa Sandrini. Basta ascoltare la titile track per capire. Sì, qui c’è una certa circolarità. Il piano sembra percorrere delle melodie ondulate, in loop. Viene in mente il minimalisimo di Einaudi. Ma qui il minimalismo non diventa corpo del brano. È lo scheletro attorno a cui si avvolge la canzone. Una canzone supportata da bellissimi archi, da una batteria che, sia pur appena accennata, dà comunque un ritmo, che è nel DNA di una pop song, o meglio di una folk pop song (perché il folk è sicuramente una delle matrici che vengono a galla nel disco. E poi c’è la voce. Una voce che, soprattutto nella title track, fa venire in mente Alice. E di fatto la canzone che dà il titolo all’album è una sintesi di tutto quello che si ascolta in questo disco. La formula, sia pur con alcune eccezioni (la convincente e molto “radio friendly” “Con le mani”, la strana ed ipnotica “Il tempo parla”), viene proposta in tutti i brani del disco. Non avrebbe potuto essere altrimenti per una come Elisa, cresciuta davanti al piano, studente di conservatorio (da cui la voce, impostata, forse un po’ troppo). Una vera e propria cantautrice e compositrice, come lei stessa si definisce.

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