LA CHIAVE DI GIUGNO - K (Autoproduzione) (Recensione)

LA CHIAVE DI GIUGNO - K (Autoproduzione) (Recensione)

LA CHIAVE DI GIUGNO - K
(Autoproduzione)
Udite udite! È nato un nuovo cantautore. Si fa chiamare La chiave di giugno, o JunKee. Sulla carta d’identità è Giancarlo Sabatti Fausti. Un personaggio che si sbatte a destra e manca per sbarcare il lunario (arteterapeuta, attore, cabarettista e speaker radiofonico) ma che quando si mette al tavolino (o forse nella vasca da bagno, come lo immortala la foto della copertina del disco) a scrivere testi per le sue canzoni bislacche (nel senso che sono suonate con approccio minimale, quasi punk… Un, due tre pronti via), tira fuori quasi sempre dei bei “coniglietti” dal cilindro. “Ognuno come vuole” per esempio è un fiume di parole che ci spiazza ad ogni istante. Ed è uno schema che viene ripetuto in quasi tutti i brani, dove grazie a parole che diventano immagini, con un flusso di frasi sempre fantasiose e poetiche, costruisce canzoni irripetibili come “La nuova identità”, “Cinque lettere”, e ancora la bellissima “Già domani”. A tratti JunKee ricorda il Davide Toffolo più in forma (sia per tonalità, ma soprattutto per la capacità di scrivere canzoni pop con un linguaggio “forbito”, mai scontato. Anche musicalmente La chiave di giugno potrebbe essere una sorta di Tre allegri ragazzi morti “unplugged”. Ma la marcia in più sta sicuramente nei testi. Quindi… ripetiamo… è nato un nuovo cantautore. Da tenere d’occhio.

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