Abbiamo ben poco da inventare, intervista al cantautore Matteo Pascotto
Matteo Pascotto nasce a Portogruaro in una casa in cui c’è sempre stata musica. Tutto è cominciato con una chitarra, una Eko primi anni ’70, la regalò la madre al padre sperando che imparasse a suonarla; lui non lo fece ma lo fece Matteo. Primo premio al Concorso Nazionale “Scrivere in musica” CEM di Pordenone con il brano “Le mie mani” uno dei singoli dell’album d’esordio “Ora puoi uscire”, il 22 Giugno 2017 pubblica 8 COSE il suo nuovo elegantissimo album.Abbiamo scambiato 4 chiacchiere con Matteo per conoscere meglio lui e la sua musica.La tua avventura con la musica è nata con una chitarra in regalo. Ma il regalo non era per te giusto? Raccontaci un po' come è andata.Wow…ma siete preparatissimi! Esattamente. Una Eco del ’70, la regalò mia madre a mio padre per l’anniversario del loro fidanzamento credo, più o meno è andata così. Solo che mio padre non imparò mai a suonarla ma lo feci io. Curiosa la vita, no?Ne parlo anche in un video sul mio canale YouTube di questa storia.E’ stata usata da tutti quella chitarra, suonata da parenti ed amici durante le feste in famiglia, poi rimasta per anni ferma come un soprammobile. Era piena di polvere. Poi in prima media, l’ho presa in mano, l’ho portata da mio papà e gli ho detto: “andiamo al negozio di strumenti a farla sistemare perchè io devo imparare a suonarla!”.- Le tue sono belle canzoni d'autore, ti piace la definizione “cantautore”?Inizialmente no. Io cantautore proprio no…Ora mi piace molto, dopo quest’ultimo disco ancora di più. Forse ho trovato il mio modo, il mio stile. All’inizio quando mi dicevano cantautore, la mia immagine andava subito ai Guccini, ai De Andrè, De Gregori…e io non mi sentivo a mio agio.Io sono un chitarrista che canta. Mi definisco sempre chitarrista prima e dopo cantautore.Il cantautore è venuto dopo, c’è voluto molto lavoro su di me (che continua tutt’ora) per farlo uscire.Quando ho scritto “La Tua Armonica”, per la prima volta con una mia canzone ho sentito qualcosa di forte nella pancia, subito dopo ho capito che forse avevo delle cose da dire anch’io..Dai suoni e dagli arrangiamenti ci sembra di capire che ti piace molto il rock, è esatto?Il Rock/blues precisamente. Mi piace molto il rock degli anni 70, Led Zeppelin, Beatles, Eagles, Fleetwood Mac, mi piacciono le sonorità black e Motown e tutti i suoni “vecchi”. Rullanti “ciccioni”, chitarre senza troppe finezze ma con un filo di “sporcizia” e di tipica di quegli anni. Mi piace risentire quel tipo di sonorità nelle produzioni moderne. A mio avviso, con la musica si è detto tutto. Ormai abbiamo ben poco da inventare. Quindi credo ci sia solo da recuperare e riproporre con la propria personalità.Hai mai pensato di mettere su una band?Intendi una band al di fuori del mio progetto solista?A dire la verità no, ma da pochissimo ho iniziato a lavorare anche a qualcosa di parallelo al mio progetto cantautorale.Sono appassionato di vinili. Sto lavorando insieme ad un Dj e all’amico e bassista Luca Amatruda che mi ha seguito anche in “8 Cose”. Faremo qualcosa di molto molto cool fra poco. Tra “bit” campionati, “screch” e groove a palate! Era un desiderio che avevo da tanto questo, suonare insieme ad un dj che sa usare i vinili ed i campioni con suoni da mandare in loop e poterci suonare e cantare sopra. E’ ancora tutto in fase sperimentalema presto svelerò tutto nei miei canali.Progetti futuri?Il primo è questo di cui ti parlavo.Poi non vedo l’ora di rimettermi a scrivere nuove canzoni. Ho già abbozzato delle idee qua e là, tra pezzi di carta e cose scritte al volo sulle note dello smartphone. Scrivere per me è diventata ormai una necessità quindi spero presto di avere maeriale per mettermi al lavoro ad un nuovo disco e di crescere ancora, come autore, ma anche come chitarrista e come arrangiatore.