Diego "DeadMan" Potron - Intervista

Diego "DeadMan" Potron - Intervista

One dead man is sometimes better than a thousand live ones.
 
Ora, non è che generalmente vado a scoperchiare le tombe e riesumare corpi. Lui però è un dead man d'eccezione, perchè respira e s(calcia) con ritmo forsennato e irruento. La scorsa estate, il sound allucinato e potente di Diego Deadman Potron,  musicista lombardo di anni non pervenuti, è apparso durante una notte da trafugatrice del web. 
Electro Voodoo (Afro Epilettoid), uscito per Ammonia Records nel 2013, è un disco che a volte sembra venire da un passato non troppo lontano (i suoni sembrano innalzarsi tra le zone aride di una Palm Desert degli anni '90)  e altre da un passato neanche troppo vicino (cullati dalle tipiche atmosfere spiritual di fine '800). 
 
Diego "DeadMan" Potron, sei l'incarnazione della One Man Band dal sound più bécero e martellante in circolazione. Quando ha avuto inizio questo processo iniziatico da "uomo morto"?
La OMB è iniziata alla fine del 2007 mi pare. Inizialmente mi facevo chiamare TheBigSoundOfCountryMusic-OneDeadManBand, ma poi ho deciso che il mio nome faceva già abbastanza cagare di suo e non serviva niente per peggiorarlo.
 
La scelta di portare avanti questo progetto musicale da solo è stata immediata o ci sei arrivato facendo altre esperienze lungo il cammino?
No figurati. Ho suonato molte cose e molto diverse. Dall'HardCore negli anni '90 allo Stoner Rock (il mio vero amore) al metal core, alla musica CountryWestern e a tutto il resto del canaio...
 
Vicino al tuo vero nome c'è il moniker "DeadMan" e io non ho potuto fare a meno di immaginare che potesse esistere un collegamento con il "Dead Man" di Jim Jarmusch. Per il protagonista del film, William Blake, la morte è un viaggio o comunque un viaggio che conduce alla morte. Un evento inevitabile dunque. E' giusto il collegamento? Ho vinto qualche cccccousa?
 
E' tutto giusto, hai vinto una virile pacca sulla spalla!
 
"E' preferibile non viaggiare con un uomo morto", è una delle citazioni in apertura al film di Jarmusch. Te infatti, per cautela, viaggi sempre da solo con tutta la tua strumentazione. Non ti pesa? In tutti i sensi eh.
No, mi piace viaggiare da solo. Inutile negare che a volte è un po' pesante, sia fisicamente che emotivamente. La solitudine però può portare anche a conoscere i posti e le persone in maniera più semplice e diretta. 
 
Suoni cassa, rullante, footstomps, slide guitar, cigar box e canti. Hai venduto la tua anima in cambio di questa spiccatissima dote? Dove hai imparato?
Anima!?Quale anima?? Ho imparato nel mio garage. Facendo frustranti esperimenti e bestemmiando forte.
 
Nell'Ottobre del 2013  esce il disco "Electro Voodoo". 8 brani che suonano a tratti più stoner (vedi Death comes to my house), altri invece sono molto introspettivi e viscerali come Drunking. C'è poi Black Woman, un brano riesumato dall'archivio del grande etnomusicologo Alan Lomax. Parlaci di come hai scoperto questo brano e cosa ti ha portato a reinterpretarlo.
L'ho trovata in una raccolta di prisons song, di Lomax appunto e poi mi sono reso conto che era un pezzo che mi piaceva molto e che era stato fatto negli anni '90 dai BigSugar, una grandiosa banda misconosciuta (qualsiasi cosa voglia dire). Da qua la pessima idea di farne una mia versione.
 
In "Electro Voodoo", la componente sporca da bluesman va a congiungersi con un approccio da rocker dannato. Ciò mi fa pensare che durante il tuo percorso musicale non ti sei nutrito solo di un genere specifico.
Si, vero. Ho suonato dallo Stoner, al Metalcore al contrabbasso con un cantautore a varie altre stronzate.
 
In copertina vedo che c'è un tuo meraviglioso ritratto. O perlomeno ciò che rimane della tua scheletrica carcassa. Chi ha realizzato l'artwork del disco?
Andrea Longo , un bravissimo artista delle mie parti.
 
Attualmente sei in tournée...anzi, buttando un'occhio sulla tua fanpage di Facebook mi sembra di vedere che sei spessissimo in tournée! Quanto conta la sperimentazione live per la realizzazione di nuovi brani?
Tutto. Tutti i pezzi nuovi praticamente nascono come pura improvvisazione durante i live. Sempre così.
 
Diego Potròn a braccetto con il Diavolo con il suo trashblues sporco di psichedelia primordiale...la presenza del Diavolo in ambito musicale ha radici ben fondate e possiamo trovarne molte tracce anche nella musica blues. Per assurdo, laddòve si innalzavano i cori gospel c'era una fortissima concentrazione di cantanti blues che il Diavolo probabilmente l'han conosciuto davvero. Qual'è il tuo rapporto con il demonio?
Di non interferenza, lui fa le sue cose e io le mie.
 
E' vero quindi che per cantare il blues bisogna essere vecchi, sporchi e sfigati?
Stai cercando di dirmi qualcosa?
Hei, la tua coda sta prendendo fuoco! 
 

 
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