Intervista al Cantautore Toscano Michele Briganti in occasione dell'uscita del suo album d'esordio
“Un Accendino Blu” è l’album di esordio del Cantautore Toscano “Michele Briganti” disponibile al download già dall’1 Febbraio di quest’anno. L’album è stato prodotto e realizzato in completa autonomia dall’autore, sia nella composizione di musiche, testi ed arrangiamenti, sia nelle fasi di registrazione, Mixing e Mastering. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l'autore per conoscerlo un po’ meglio e conoscere come è nato questo disco.Come nascono le tue canzoni?Devo dire che questa è una domanda che mi sono fatto spesso anche io… in special modo quando inizialmente ero meravigliato del fatto di essere riuscito a fare le prime canzoni e poi, successivamente, nei periodi di stanca in cui mi sforzavo di produrre qualcosa e non ci riuscivo… Ho sempre trovato più facile adattare e comporre la musica sui testi rispetto alle difficoltà personali nel fare il processo inverso di scrivere un testo su una musica già realizzata… questo è il principale motivo per cui ho diverse cose musicalmente molto interessanti, forse molto più di quello che ho già pubblicato, ma che sono in attesa dell’ispirazione di un testo che renda onore alla musica stessa.L’album “Un Accendino Blu” è comunque non del tutto rappresentativo del mio mondo… è una parte di me che doveva essere esorcizzata per chiudere con il passato e quindi non contiene alcuni brani costruiti con “maggiore cura” e dettaglio.Direi che in generale le cose migliori sono comunque nate senza volerle cercare… semplicemente strimpellando la mia chitarra… frasi musicali che mi ispiravano parole, magari senza neanche molto significato che mi piacevano per “come suonavano” e da li ho costruito storie il più possibili attinenti all’idea originale senza curarmi molto del fatto che il risultato finale avesse o meno qualche velleità di diventare veramente una canzone …Sebbene le mie canzoni siano tutte recitate “in prima persona” non sempre appartengono a questioni ed esperienze di vita vissuta… ho spesso provato ad immaginarmi come mi sarei trovato in esperienze di vita che potrebbero appartenere a chiunque e credo che ciò che da ispirazione alle mie canzoni siano principalmente le sfaccettature degli “stati d’animo” e delle “emozioni” dell’essere umano.Parteciperesti mai ad un Talent Show?I “Talent” sono programmi ben realizzati, con produzioni di alta professionalità e, devo ammetterlo, molto accattivanti e piacevoli da seguire… vanno però presi per ciò che sono realmente: produzioni televisive fatte ad arte per il mercato “televisivo” e portano con loro le spietate regole di quel mondo… probabilmente possono essere vetrina per chi è in cerca di notorietà e devo ammettere che con 15 anni di meno sulle spalle avrei anche potuto essere allettato ma, allo stato attuale, non parteciperei sicuramente!Non credo che i talent possano essere la risposta adeguata a chi vuole fare musica a meno che non si parli di un artista già strutturato e “maturo” che voglia sfruttare questo canale come “sicuro ritorno in visibilità” da cogliere al volo una volta finita l’esperienza.Nella maggior parte dei casi chi vi partecipa sono ragazzi di estremo talento ma senza un progetto alle spalle… purtroppo di migliaia che si presentano ai casting solo alcuni hanno poi vere possibilità di emergere e per un tempo talmente breve da non riuscire a costruire una carriera od addirittura distruggerla definitivamente quando, spente le luci, vieni abbandonato al tuo destino dalle stesse case discografiche che non hanno puntato su di te perché credevano nella musica che facevi ma perché nell’immediato portavi “determinati numeri ed ascolti”.Persino vincitori e personaggi di forte spessore artistico e mediatico scompaiono nel giro di pochissimi anni dal momento che, quando parte un altro “giro di giostra”, i nuovi “idoli” devono sostituire i precedenti… sono le regole di un mercato che è quello televisivo che non collimano con le esigenze della musica che dovrebbe invece “lasciare il tempo” agli artisti di poter fare un vero e proprio percorso.Sarei invece favorevole ad un percorso “talent” di tipo radiofonico… un contesto nel quale a parlare per gli artisti fossero soltanto le proprie creazioni e non tutto il contorno di giudici, scenografie e copioni… sono convinto che se le radio passassero più musica indipendente la selezione naturale farebbe il suo corso e quelli che resterebbero potrebbero lavorare veramente alla costruzione di una vera e propria carriera. Quanto ci hai messo a registrare il tuo disco?Purtroppo, facendo tutto in autonomia e nei ritagli di tempo tra lavoro e famiglia, da quando ho iniziato a registrare a quando ho finalmente pubblicato, sono passati quasi 3 anni… decisamente troppi!In 3 anni si cambia e si sente che quello che stai facendo non ti appartiene più così tanto… si rischia di perderne in convinzione ed incisività. Per l’esperienza vissuta posso affermare che un disco dovrebbe essere prodotto e realizzato in un brevissimo tempo con già alle spalle le giuste competenze dal momento che man mano che si va avanti ed i tempi si allungano si tende a scoraggiarsi… purtroppo io stavo imparando le cose man mano che le facevo affiancando già alla difficoltà di non aver mai composto prima, quella di non aver mai registrato e mixato. Alla fine ne sono uscito sicuramente “Fortificato” e “Soddisfatto” nel veder realizzato il frutto di un impegno quasi esclusivamente personale e credo che, se ripartissi adesso, farei le cose con uno spirito molto diverso, forte di ciò che ho imparato e delle esperienze fatte, ed in tempi decisamente più brevi.Che musica ascoltavi mentre stavi registrando il tuo album?Trattandosi di un periodo così lungo ho chiaramente avuto fasi diverse… inizialmente cercavo di prendere spunto da ciò che per gusto personale avevo sempre ascoltato consumando letteralmente i dischi di “Giammaria Testa” e “Massimo Bubola” ma rendendomi conto, poi, che questo aveva un influenza negativa sulle mie composizioni che risultavano molto similari tra loro ed influivano sul dare un taglio forse “troppo classico” al prodotto finale. Ad un certo punto ho iniziato a dare un taglio con il passato… ad ascoltare musica che non avevo mai sentito semplicemente attivando brani random dalle play list di youtube e soundcloud… questo ha influenzato prevalentemente le composizioni dell’ultimo anno e quello che sto facendo adesso con il risultato che queste influenze però non si notano particolarmente nell’album pubblicato.A te piace unire la tradizione alla modernità è vero?Più che altro sarebbe una aspirazione ed un auspicio per il futuro… nelle prime esperienze di registrazione sono stato influenzato e limitato dall’aver arrangiato tutto partendo da una chitarra acustica e quindi da una composizione in stile “classica” cantautorale… man mano che procedevo mi rendevo conto che i suoni che proponevo non erano “attuali” e che quindi avevo necessità di qualcosa di più moderno… Apprezzo moltissimo i suoni elettronici e mi emozionano determinate timbriche ottenibili esclusivamente con Sintetizzatori e Computer. Vorrei riuscire a miscelarli con lo stile “cantautorale” ma considero la mia opera di composizione un “percorso” e come tale vorrei che l’innesto dell’elettronica nei miei brani fosse graduale e non preponderante…Non sarò mai un innovatore ma è arrivato il momento di puntare su sonorità diverse da quelle che mi hanno accompagnato fin ad adesso.Pensi quindi di esserci riuscito bene nel tuo disco?Con “Un Accendino Blu” le cose sono un po’ diverse: avevo in mente un progetto che mi aiutasse a chiudere alcune questioni aperte ed esorcizzare il passato. Lo ho fatto proprio chiudendo “il passato” in un disco e quindi ricercando quasi volutamente il suono “classico” dei vecchi cantautori che ascoltavo da piccolo e che hanno emotivamente accompagnato alcune delle mie esperienze di vita.Alla fine mi sono trovato ad ascoltare i brani tutti insieme e mi sono reso conto di come tutto suonasse “troppo classico” e con un piccolo “colpo di coda” ha lavorato un po’ sugli arrangiamenti aggiungendo qualcosa che li rendesse un po’ più “pop” senza però voler assolutamente snaturare la natura “intimista” e “malinconica” che il disco portava con se…Credo quindi che la ricercatezza di suoni moderni non sia percepibile nel mio album ma, nel percorso che sto facendo, questo disco era necessario che uscisse con queste caratteristiche ed a me “va bene così”… Dove possiamo ascoltarti dal vivo?Al momento sto facendo alcuni eventi di presentazione dell’album restando nelle “mie zone”. Propongo un genere “intimista” e come tale cerco location adatte allo scopo: luce diffusa e pubblico seduto… alla fine mi sento molto più a mio agio sui piccoli palchi dei “Pub”. Con il partire della stagione estiva uscirò un po’ dalla “zona comfort” con un piccolo tour che toccherà le province della Toscana. Sto anche valutando l’idea di unire in parte “le vacanze di famiglia” con alcuni live: mia moglie ha parenti in Calabria e spesso passiamo li alcuni giorni: mi piacerebbe riuscire ad organizzare almeno 2 o 3 date anche li. Diciamo che sto lavorando per promuovermi in live ma alcune date non sono ancora definitive e quindi ancora non lo ho iniziato la promozione. Vi consiglio comunque di seguirmi sulle pagine social per avere dettagli più precisi ed aggiornati.ASCOLTA/SCARICA UN ACCENDINO BLUSpotify:: https://spoti.fi/2VwnjTiYoutube:: https://bit.ly/2GTt7TzDeezer: https://bit.ly/2UhKAYOAmazon:: https://amzn.to/2tNenNwiTunes: https://apple.co/2HhAOm7 CONTATTIFacebook: https://www.facebook.com/pg/Michele-Briganti-CantautoreSoundCloud: https://soundcloud.com/michelebriganticantautoreSito Internet: https://sites.google.com/view/michelebriganticantautoreBandCamp: https://michelebriganti.bandcamp.com/ Distribuzione Digitale: https://sites.google.com/view/michelebriganticantautore/la-mia-musica/un-accendino-blu-acquisto