Intervista a Mario Mellz in occasione dell'uscita di La Cera, il Nuovo Singolo fatto con Sir Donuts e Dave B
Mario Mellz è un cantautorapper nato a Foggia nel 1982. E' dagli inizi degli anni 90 che, sempre meno a suo agio a scuola e ancor meno tra le mura domestiche, grazie a un simpatico menestrello dell’entourage di radio deejay scopre il rap. Costui, ai tempi capellone, spiega in una trasmissione che si chiamava “Venerdì Rappa” - e poi “One Two One Two” - che il rap è una figata. E, ohibò, sì: il rap è una figata. Inizia così a capire come funziona questa cosa del rap e inizia a scrivere con scarsi risultati, ma da qualche parte bisognava pure iniziare. Arriva il primo aka, e il primo non si scorda mai: SIRIO. Per via delle stelle. Prova a dipingere, per fortuna molla. Prova a ballare, per fortuna è pigro. Prova a produrre e ancora continua. Continua il rap. Perché il rap è una figata. Nel 1997, con lo pseudonimo di “Padrino”, incide i primi tentativi con un gruppo della provincia di Foggia, i “Zonasanta” . Nel 1998 ne esce e crea un gruppo con un altro ragazzo, cambiando pseudonimo in “Mic Mariachi”. Incidono un demo di due pezzi, inviato poi ad Aelle; scatta la recensione. Nel 1999/2000 seguono molti lavori da solo, che lasciano uscire il suo vero io: il consciousness. Fonte d’ispirazione: J Dilla, l’hip hop soul. Quello che ha sempre amato, fin dall’inizio. Scrive tanto, ma non esce nulla fino al 2012 quando, incontrando un caro amico in quel di Bologna, decide, o meglio, si lascia trasportare dal: “siamo pronti per la major”, tentare il grande salto. A questo incontro si unisce un altro rapper, conscious pure lui, ma a suo agio sull’house; un produttore che impronta il suo suono su DJ Premiere e Pete Rock, ma studia le mosse di Timbaland; una cantante trovata per strada, che però è sempre all’altezza. Nascono gli Ill Click, i “black eyed peas della bassa padana”, essendo appunto di Bologna. Non va male. Poteva andare meglio, ma… mica male. Eppure si sbaglia nella vita. Come tutti. Fatto sta che l’amore per J Dilla - la “bella roba” - riaffiora. Il vecchio gruppo si scioglie, si tentano nuove strade, escono nuovi pezzi nei quali rap e jazz si fondono. Ma, sarà per l’età, sarà perché ancora non si incontra la gente giusta, anche questa avventura finisce. E poi un periodo di silenzio. Fino ad ora. In periodo di lockdown, in otto settimane, fa uscire otto pezzi sul suo canale YouTube. Sono brani nei quali si comincia ad ascoltare la vera essenza di Mario Mellz, libero di poter scrivere e produrre esattamente quello che vuole, come lo aveva sempre desiderato. “La Cera”, assieme a Sir Donuts alla produzione e Dave B ai piatti, è il naturale seguito di quel periodo e solo l’inizio di un progetto che prevede due singoli in uscita nei prossimi mesi e un album sul quale si sta già lavorando. Un lavoro da cantautorapper. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Mario.Ecco la nostra intervista:Come ti sei avvicinato alla Musica? - Come è specificato nella mia “strana” Bio: perché mi incuriosiva il tutto e perché una cosa facile che potevano fare tutti non era tra i miei tratti distintivi.Ti piace essere definito un Cantautorapper? Ti senti così?- Credo di aver usato quella parola per definirmi fin dall’inizio, da quando la sentii pronunciare, mi sembra, da Jacopo (D’Amico, Dargne ndr).Rispondo alla tua seconda domanda con una domanda: se non mi sentissi così, secondo te, lo userei per descrivermi?Da pochissimo è uscito il tuo nuovo singolo, come sta andando?- È uscito da pochissimo, sta andando, ma se ti sapessi dire esattamente come, non farei il cantautore, ma l’indovinoRaccontaci com'è nato e di che cosa parla.- È nata da una video chiamata senza reali idee sulla musica tra me e Donato (Sir Donuts ndr). Stavamo cazzeggiando e parlando di altro, mi fa sentire alcune cose nuove, sento quel beat e mi parte il sopracciglio.Sappiate che a lui non convinceva e voleva cestinarlo. Me lo manda senza speranze e il resto è avvenuto in 2 o 3 giorni.Lui felice, io pure.Il suo quid si può riassumere così:senza amore e senza passione e senza dedizione non fai un cazzo.Se stai li fermo a giudicare non fai un cazzo. Se non dormi per scrivere o per mixare un pezzo, almeno a livello probabilistico, qualcosa la otterrai. Credo che senza fare non fai e senza muoversi non ci si muove.Un mio caro amico, che poi è uno dei miei soci in questa mia avventura musicale, mi disse poco tempo fa: “devi fare e fare e fare ogni giorno sempre senza fermarti e ce la farai”. Ecco, questo è LA CERA.Come nel film (Karate Kid ndr) non c’è ma né se né domanda né altro, ma solo fare. Metti la cera. Togli la cera. Per citare il maestro Yoda: “fare o non fare , non c’è provare”.Questo è LA CERA.Avevi pensato anche a un tour? - Io sì e anche il mio entourage, ma un parassita intracellulare obbligato ha deciso che non si poteva fare.Tocca aspettare.ASCOLTA LA CERAhttps://bit.ly/3jbcAcW CONTATTIYoutube: https://bit.ly/34qZ28R Soundcloud: https://soundcloud.com/user-162441827 Facebook: https://www.facebook.com/mario.buccelli