“Il Pifferaio di Pandora”: il nuovo album dei The Unsense
THE UNSENSE
Il pifferaio di Pandora
Autoproduzione
Distribuzione; Pirames International
Data di uscita; 26 novembre
È la storia di un viaggio. Il viaggio che un uomo deve percorrere per trovare sé stesso.
Come nel tragitto dantesco, per scoprire l’ ”Io” é necessario perdere la propria strada, uscire dagli schemi convenzionali fino a ritrovarsi immersi nella disperazione più pura.. Ed ecco che, attraversando vari specchi, appare selvaggia la rivoluzione del pensiero, capace di tramutare il dolore della morte nella gioia della rinascita, scoprendo il mondo per la prima volta.
Simbolicamente l’album vuole rappresentare un abbraccio all'universo attraverso l’unione degli opposti: segue la sottile ragnatela che lega il tutto, il buio alla luce, il dolore al piacere, ogni cosa ad ogni cosa.
Il disco è stato prodotto da The Unsense. Registrato e mixato al MC studio da Marco Conti (ha lavorato con gente come John Scofield, Marc Johnson, Miroslav Vitous e Gary Willis) e Andrea Dainotti (tra l’altro chitarrista di Tonino Carotone). Masterizzato al Creative Masterng Studio da Stefano Cappelli.
La copertina è stata realizzata da Corrado Roi (illustratore delle tavole di Dylan Dog).
Introduzione a The Unsense
Il gruppo nacque nel gennaio del 2004.
Pur conservando quella nota di psichedelia che li ha sempre contraddistinti, col tempo hanno affinato i gusti respirando Rock, Blues e New Wave.
Senza aver la pretesa di proporre musica orientale, in pezzi rock di spiccata influenza occidentale sono subentrati atmosfere e suoni orientali, particolare evidente soprattutto nella voce del gruppo, che spesso utilizza la scala indiana.
E proprio questa unione fra Oriente e Occidente, che ripercorre la strada verso le nostre origini primordiali, è diventata la caratteristica principale del gruppo.
The Unsense è un progetto che mira ad andare oltre la sfera musicale. La musica è un mezzo con cui creare l’atmosfera, è il processo artistico che più si avvicina all’idea del ‘’ragionato sregolamento di tutti i sensi”, e come in un antico rituale il suo scopo è quello di trasportare il musicista e l’ascoltatore in un comune viaggio.
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