Amnesty International contro la mortalità materna
Invia un sms al 45506 fino al 12 dicembre 2010 per sostenere la campagna di Amnesty International “contro la mortalità materna” invia un sms del valore di 2 euro da cellulare privato Tim, Vodafone, Wind, 3 e CoopVoce o chiamando lo stesso numero da rete fissa e donare così 5 o 10 euro da Telecom Italia oppure 5 euro da Infostrada.
Ogni anno, nel mondo, 350.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. La maggior parte di queste morti potrebbe essere evitata garantendo cure mediche accessibili e tempestive. La mortalità materna spezza e impoverisce intere famiglie e lascia centinaia di migliaia di bambini senza l'affetto materno. Questa non è soltanto un’emergenza sanitaria mondiale, è uno scandalo per i diritti umani! Per fermare questa tragedia Amnesty International ha lanciato una campagna mondiale per chiedere ai governi che l'assistenza ostetrica d'urgenza sia disponibile per ogni donna, che siano eliminati i costi che ostacolano l’accesso alle cure mediche di base e che sia rispettato e tutelato il diritto delle donne al controllo sulla loro vita sessuale e riproduttiva.
Grazie alle donazioni Amnesty International potrà realizzare una serie di interventi concreti in Perù, uno dei Paesi con il più alto tasso di mortalità materna di tutta l'America Latina, in Sierra Leone, dove, più che in qualsiasi altra parte del mondo, le donne rischiano di perdere la vita durante il parto, in Burkina Faso, dove ogni anno 2.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza, e nei ricchi Stati Uniti d’America in cui, nonostante la spesa sanitaria sia tra le più alte nel mondo, a morire sono ancora le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunità native.
Grazie alle donazioni Amnesty International potrà proseguire nel 2011 la propria campagna per realizzare una serie di obiettivi in quattro Paesi.
1)Il Perú è uno dei paesi con il più alto tasso di mortalità materna di tutta l'America Latina. Le profonde disuguaglianze della società peruviana si ripercuotono sulla mortalità materna tra donne ricche e povere. La mortalità materna potrebbe essere ridotta con la rimozione degli ostacoli che impediscono o ritardano l'accesso delle donne ai servizi ostetrici d'urgenza, ancora più insormontabili per le donne che appartengono a comunità escluse o remote. Amnesty International chiede al governo del Perú di: stanziare risorse per l’assistenza medica materna, con priorità alla presenza di personale competente durante il parto e all’assistenza ostetrica d’urgenza; rimuovere le barriere economiche, fisiche e culturali che impediscono alle donne delle aree rurali e le native di accedere ai servizi sanitari di base; coinvolgere le donne nelle scelte che influiscono sulle loro vite, attraverso la messa a disposizione di informazioni accessibili, nelle lingue appropriate, sui diritti sessuali e riproduttivi e sulla salute; garantire un adeguato monitoraggio del servizio sanitario per migliorare l’accertamento delle responsabilità.
2)In Sierra Leone, più che in qualsiasi altra parte del mondo, le donne rischiano di perdere la vita durante il parto: ospedali e ambulatori hanno poco personale, non dispongono delle attrezzature idonee e dei farmaci essenziali e spesso sono distanti dalle case delle pazienti. Per il trasporto in ospedale occorre pagare una tassa, il costo del parto (farmaci, attrezzature, sacche di sangue per trasfusione, esami e operazioni) è troppo elevato per la maggior parte delle donne. Il controllo del governo sui medici e sul sistema sanitario è inadeguato e l'accertamento delle responsabilità, in caso di morti evitabili, è scarso o del tutto assente; la formazione professionale del personale e la supervisione delle loro attività sono carenti. Inoltre, la mancanza di informazioni sanitarie e i bassi livelli di istruzione impediscono alle donne di riconoscere i segnali di pericolo durante la gravidanza.Amnesty International chiede al governo della Sierra Leone di: garantire i livelli minimi essenziali di assistenza medica per tutti, inclusa quella relativa alla salute materna e riproduttiva, cercando il sostegno della cooperazione e gli aiuti internazionali dove necessario; mettere in pratica la linea programmatica che prevede l’assistenza medica gratuita alle donne incinte; migliorare la consapevolezza delle donne sul proprio diritto alla salute; accrescere il controllo sul servizio sanitario per garantire l’accertamento delle responsabilità.
3)Ogni anno, oltre 2.000 donne muoiono in Burkina Faso per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. Ad aggravare la situazione concorrono anche il basso stato sociale delle donne, la mancanza di informazioni sui diritti sessuali e la salute riproduttiva, l’elevato costo delle cure mediche, le barriere geografiche che impediscono l'accesso alle strutture sanitarie, la carenza di attrezzature mediche e di personale qualificato. Amnesty International chiede al governo del Burkina Faso di: destinare risorse adeguate alle cure per la salute materna e riproduttiva, privilegiando le regioni più povere; ridurre le barriere economiche, fisiche e culturali che impediscono alle donne povere delle zone rurali di accedere alle cure salvavita; garantire un’informazione accessibile alle donne sui loro diritti sessuali e riproduttivi e sul diritto alla salute; assicurare la partecipazione delle donne alle decisioni del governo sulle cure mediche per la salute materna e riproduttiva e alla valutazione e al controllo degli attuali processi; assicurare un adeguato controllo delle politiche di governo per la riduzione della mortalità materna.
4)Nonostante una spesa sanitaria tra le più alte nel mondo (86 miliardi di dollari all'anno), ogni giorno negli Stati Uniti d’America da due a tre donne perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. Principali vittime della mortalità materna nel paese sono le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunità native, e le donne e ragazze povere arrivate da altri paesi. Nei casi di gravidanze a rischio, le probabilità di morire per le donne afro-americane sono 5,5 volte più alte rispetto a quelle appartenenti al gruppo etnico maggioritario. Il sistema sanitario statunitense presenta numerose carenze: l'eccessiva burocrazia, che ritarda l'accesso delle donne meno abbienti alle cure finanziate dal governo; la carenza di personale medico qualificato, soprattutto nelle aree interne e rurali, che priva di cure mediche adeguate circa 68 milioni di persone; la mancanza di assicurazione sanitaria per circa 13 milioni di donne (il 51 per cento delle quali appartiene a minoranze); la discriminazione e la mancanza di informazioni sulle cure relative alla salute materna e sulla pianificazione familiare. Amnesty International chiede al governo degli Stati Uniti di: assicurare a tutte le donne un accesso tempestivo a cure materne di qualità; istituire un Ufficio per la salute materna all'interno del Dipartimento per la salute e i servizi sociali al fine di assicurare che la crisi della salute materna sia affrontata in maniera completa.
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