C'è folla al tribunale di Trani.
Oggi, a Trani, si è svolta l'udienza che vede come protagonisti niente poco di meno che il Presidente del Consiglio, ma, ormai non fa più notizia, il membro dell'Agcom, Innocenzi e il direttore del Tg1, Minzolini. Al primo sarebbero addebitate le accuse di concussione e minacce, che si aggiungono a una lista infinita da far invidia ai debiti di Paperino nei confronti di Zio Paperone. Al secondo, l'accusa di favoreggiamento, al terzo di violazione del segreto istruttorio. Ma, l'aula pugliese oggi era piena di altri personaggi degni di nota. Primo fra tutti, Michele Santoro, conduttore del talk show Annozero, convocato come teste, il quale ha dichiarato che le intimidazioni non sono uscite fuori con le intercettazioni, ma erano già di dominio pubblico dall'editto bulgaro in poi. Insomma, nessuna novità sul tentativo del Premier di mettere fine ai programmi di informazione non veicolabili personalmente. Ma, Santoro non era l'unico ospite a Trani. Nel pomeriggio sono, infatti, arrivati anche gli scagnozzi di Angelino Alfano, ministro della Giustizia, chiamati istituzionalmente "ispettori". Il compito di questi paladini del Governo era quello di giudicare che questa inchiesta non sia un modo poco ortodosso per discreditare quel pover uomo di Silvio Berlusconi. I magistrati pugliesi li hanno accolti, ma non hanno permesso loro di consultare i fascicoli dell'inchiesta. D'altronde, il segreto istruttorio vale anche per loro. Il Csm, da parte sua, ha dichiarato di aver accettato l'invio di questi ispettori, ma che questi devono ben astenersi dall'interferire, ribadendo il principio dell'autonomia dei giudici e il limite che la Costituzione pone a questi organi di ispezione nei confronti delle indagini. Berlusconi, ovviamente, di fronte a cotanta magistratura comunista che vuole rovinargli la campagna elettorale, non poteva stare zitto. Così, per l'ennesima volta, dichiara che l'inchiesta "è un grave segno di libertà mutilata e offesa". La sua, come al solito.