Curriculum vitae: Aldo Brancher.
Imparano subito questi neoministri. Aldo Brancher, nominato il 18 giugno come ministro per l'attuazione del Federalismo, ha, come ogni componente del Governo che si rispetti, un processo sulle spalle. Il suo è niente di meno che il processo Antonveneta, in cui risulta imputato insieme alla moglie. Ma, ripercorriamo brevemente la "carriera" di questo nuovo stipendiato dello Stato. Il sig. Aldo Brancher è stato in carcere per tre mesi a San Vittore, inquisito per Mani Pulite, viene scarcerato per decorrenza del termine di custodia cautelare, per essere, poi, condannato in primo grado e in appello per falso in bilancio e illeciti finanziamenti al Partito Socialista. Ovviamente, in Cassazione l'ultimo reato si prescriverà e il primo verrà depenalizzato. Chissà da chi. Dal Governo Berlusconi II.
Ma, ecco, questo curriculum, se pur di tutto rispetto, non è abbastanza per il Pdl. E Brancher, che non è mica scemo, lo capisce subito e pensa di ritornare in tribunale. Così, viene indagato a Milano per ricettazione nello scandalo della scalata della banca Antonveneta da parte di Gianpiero Fiorani. La Procura ha rintracciato un conto intestato alla moglie con un affidamento e una plusvalenza sicura di 300mila euro in due anni.
Dopo questo excursus vitae, è chiaro il perchè sia al Governo.
E come ogni componente della maggioranza attuale che si possa dire tale, forse dopo aver interpellato anche Ghedini (che ormai ripete la stessa difesa come riflesso incondizionato), ha tirato fuori la storia del legittimo impedimento.
Senza considerare il fatto che se viene "impedito" il ministro per l'attuazione del Federalismo, senza esagerare, la cosa non può che essere positiva per l'intero Paese.
Ma, ad ogni modo, Brancher segue la "vecchia scuola" e i giudici rimandano l'udienza. Probabilmente stralceranno l'imputato e proseguiranno il processo sulla moglie.
Intanto, a Milano, il processo Mediatrade è stato sospeso e il "legittimo impedimento" è stato rimandato alla Consulta. Dunque, l'ammissibilità del cavillo tanto amato dal Pdl, presto dovrà passare dal giudizio della Corte Costituzionale, con tutte le conseguenze del caso.