Dal crollo demografico al boom degli anziani
Perugia - La prima sensazione che ho provato nell'ascoltare Fred Pearce è stata di puro ottimismo. Eppure il tema “Dal baby boom al crollo demografico” era alquanto ostico per infilarci dentro una visione positiva sul futuro. Sono stato smentito dalle sue idee, forse opinabili ma cariche di speranza.
La paura che la popolazione mondiale toccherà quota 10 miliardi nel 2050 sta interessando tutti i governi del globo e soprattutto è in prima pagina nell'agenda delle Nazioni Unite. L'antica paura, introdotta da Malthus, che il mondo non sarà in grado di garantire il sostentamento della popolazione non cessa di esistere. È qui che Pearce, giornalista scientifico, sfata questa classica previsione.
“Molti politici sostenevano – e sostengono – che la crescita è un problema. Oggi sta accadendo qualcosa di nuovo. Dal Bangladesh al Brasile, dall'Italia all'Iran, le donne stanno scegliendo di fare sempre meno figli. Non sono persone che vogliono controllare la crescita demografica, è un fenomeno tutto al femminile”. Pearce sa bene che il fenomeno non è universale, ma secondo il giornalista tale tendenza non è una conseguenza delle politiche sul controllo delle nascite: “È un processo interno alla rivoluzione femminista che non è ancora finita. Le donne di oggi scelgono la carriera”.
Di fronte ai pericoli della crescita demografica, Pearce vede un barlume di speranza: “Credo che la popolazione mondiale si ridurrà”. Il problema, però, è un altro: “Stiamo disinnescando la bomba demografica senza disinnescare quella del consumo”. Il lato negativo della sua analisi parte proprio da qui, anche se “non ha nulla a che vedere con la crescita demografica”. E così ci troviamo di fronte a un modello comune che sta coinvolgendo “ricchi e poveri, comunisti e capitalisti, bianchi e neri”. Se questa è la tendenza, il XXI secolo sarà in mano agli anziani. “Il mondo sta invecchiando. Entro la fine di questo secolo l'Italia avrà perso l'80% della popolazione autoctona”. Un bene o un male?
Pearce non ce la fa proprio a essere pessimista. “Oggi gli anziani sono visti come un peso. Non sarà per sempre così. Basta pensare ai cambiamenti interni al sistema sanitario: prima l'attenzione era tutta sui bambini che dovevano essere più sani. Negli ultimi anni l'imperativo è che gli anziani rimangano sani il più a lungo possibile in modo che non possano essere un peso. Ci sarà una riforma sanitaria ad hoc per la popolazione adulta”. Come dargli torto se pensiamo che sia le campagne pubblicitarie che elettorali hanno negli anziani i loro nuovi 'obiettivi'?
Se il mondo invecchia, la media dei figli per donna diminuisce e la speranza di vita aumenta. Così ci troveremo di fronte a una popolazione anziana sempre più attiva, in grado anche di accogliere l'avanzare di nuove idee. Il 'pianeta giovani' è in pericolo? “Se penso agli anziani di oggi forse si perché sono molto conservatori. Ma guardando al futuro vedo una popolazione adulta sempre più attiva e quindi aperta ai cambiamenti”. Il mondo dei giovani adulti secondo il giornalista sarà una risorsa. “Il XX secolo è stato dei giovani, il XXI secolo non più”. Tutto qui. Una popolazione attiva permetterà alla Stato di fare cassa, di gestire il problema pensioni e più in generale il sistema previdenziale. Pearce è un ottimista nato. Avrà ragione lui o gli ambientalisti? Detto fra noi, chi vivrà vedrà.