Dal teleschermo al monitor... &back!
Si parla di notizie veloci come la rete e interconnesse tra loro in maniera indissolubile nell'incontro sul percorso della “notizia” a cui hanno partecipato Giampaolo Coletti, fondatore di Altratv.tv, Anna Maria Grandin, giornalista del TG1, Nicoletta iacobacci, dell'European Broadcasting Union e Piero Gaffuri, direttore Rai Nuovi Media.
La notizia deve tener sempre più conto del cambiamento prodotto dalla social innovatione realizzato dall'ingresso nella scena dei media di pattaforme ibride di informazione e comunicazione, spiega Mariapia Ebreo, giornalista freelance chiamata a moderare l'incontro. Oggi, più di ieri si scopre l'importanza dei social media nel fare non solo comunicazione, ma anche informazione.
Quel tipo di informazione che è diretta a utenti giovani, che non leggono più i giornali e che non hanno voglia di seguire i telegiornali o gli altri programmi di approfondimento.
Allora qual'è il futuro della notizia? Per sopravvivere dovrà essere sempre più ibrida sostiene Colletti. Subisce un costante innesto da parte di fonti provenienti se così si può dire “dal basso”, si parla di citizen journalism, che si sta trasformando sempre più in “netizen journalism”.
E le web tv ben raccolgono la sfida proposta dal cambio di passo apportato dai new media: un esempio è prioprio Altratv.tv, il primo osservatorio sulle web tv italiane e sui media locali posizionati in Rete. Fondato a Bologna nel 2004 da Giampaolo Colletti su ispirazione di Carlo Freccero, oggi coinvolge ricercatori italiani ed esteri che analizzano le evoluzioni del citizen journalism e della “cittadinanza attiva digitale”.
Ma tra gli attributi che occorre assegnare alle notizie dell'era 2.0 è necessario inserire anche l'aggettivo “transmediale”, che, ha spiegato Nicoletta Iacobacci, significa raccontare una storia attraverso diverse piattaforme comunicative, che può essere ampliata e arricchita di nuovi contenuti/informazioni. Non si tratta più dunque di riproporre contenuti identici in diversi media, ma piuttosto siamo davanti all'emersione di nuove strutture narrative, che si complicano ampliando la gamma di possibilità del racconto anziché tracciare un percorso lineare con un inizio, un centro e una fine.
Insomma.. il futuro della notizia appare ancora tutto da scrivere...