Domani i giornali non usciranno

Domani i giornali non usciranno

DOMANI I GIORNALI NON USCIRANNO
Teatro di Sacco apre il nuovo anno ospitando con piacere, nell’ambito della Stagione Indizi 2018-2019, la virtuosa compagnia romana Barone Chieli Ferrari in Domani i giornali non usciranno, dall’originale drammaturgia di Veronica Raimo, l’intensa interpretazione di Alessandra Chieli e le musiche originali di Toni Virgillito: una coproduzione Compagnia Barone Chieli Ferrari|Teatro Studio Uno. Lo spettacolo è in programma sabato 19 gennaio, alle ore 21.00, presso la Sala Cutu.
Domani i giornali non usciranno è un progetto nato dall'idea di Alessandra Chieli e Veronica Raimo. L’ispirazione di questo spettacolo nasce dalla drammaturgia di Ingeborg Bachmann e dal suo carteggio con Paul Celan, una corrispondenza durata venticinque anni, una storia d’amore mai consumata davvero se non attraverso la distanza.
La drammaturgia, di Domani i giornali non usciranno, è pensata nella contemporaneità e racconta una figura femminile che cerca di essere libera, capace di una sensibilità ironica e, al tempo stesso, disperata. Il progetto si interroga su che cosa significhi oggi vivere una storia d’amore adistanza in cui il ricongiungimento degli amanti non sia fine ultimo. La distanza, quindi, come territorio all’interno del quale ridefinire sé stessi.
Una giovane donna è in aeroporto, ha appena perso la coincidenza per il suo volo e non sa quando potrà imbarcarsi sul prossimo. Sono mesi che si sta preparando a questa partenza, con una determinazioneinsieme pratica ed estetica, vuole sentirsi perfetta per raggiungere l’uomo che la sta aspettando. La scena è, quindi, tutta contenuta all’interno dell’aeroporto, un non-luogo per eccellenza, dove i confini pian piano sfumano nella dimensione di un limbo, così come la perfezione della donna si apre e si contamina a contatto con la realtà: le luci al neon, la mancanza di cielo, le voci dissonanti dei funzionari aeroportuali, le vociaccorate ma vischiose di chi non vorrebbe lasciarla andare.
L’iniziale agitazione per la mancata coincidenza sembra però declinare verso una forma di serenità carica di vitale irrequietezza e lo scarto, rispetto alle proprie aspettative, diventa un territorio nuovo, inesplorato, fertile, mai confortevole. La donna si aggiraall’interno di questo limbo rivendicando il proprio diritto all’insoddisfazione contro chi le chiede di essereottusamente soddisfatta. La sua è l’intransigenza di chi sceglie perché non vuole negarsi la possibilità di farlo.
L’uomo è il destinatario del suo viaggio e delle sue parole, una presenza invisibile e costantemente evocata,immanente e sfuggente, è un orizzonte di approdo e il punto da cui ricominciare, forse in maniera diversa da come ci si era immaginati.Lo spettacolo è un lavoro raffinato in cui si cerca la risoluzione del conflitto tra un’idea di felicità imposta(aspettative sociali, timore della solitudine), il bisogno di appartenenza e la paura di scendere a compromessi. E allora il vero compimento non è nell’acquisire perfezione, ma nel perderla: solo così la protagonista riuscirà ad essere sé stessa.