Farabutto. Dichiarazioni d'amore molesto

Farabutto. Dichiarazioni d'amore molesto

Ci sono più che altro giovani alla Sala dei Notari a salutare tra applausi e risate Vauro Senesi, classe 1955 e matita graffiante. Al suo fianco chi di graffiante ha una penna, non parla mai di "Lui" e racconta, come pochi altri, le storie della gente vera, Fabrizio Gatti, giornalista de l'Espresso dal 2004, salito agli onori della cronaca per essersi buttato in mare, nel 2005, come un clandestino ed essersi confuso tra i migliaia di migranti che popolano un Centro di Permanenza temporanea di Lampedusa.
Tira un aria diversa, non sembra quasi di essere in un palazzo ufficiale, la Sala dei Notari, nè tantomeno ad una presentazione di un libro di un giornalista tante sono le parolacce e gli insulti gratuiti che vengono diretti al Magnifico. L'occasione è data proprio dalla recente uscita del libro di Vauro "Farabutto. Dichiarazioni d'amore molesto", un insieme di interventi del disegnatore andati in onda sulla trasmissione Moby Dick della Radio Svizzera Italiana, più tutto il meglio delle vignette presentate in diretta nelle ultime due edizioni di Annozero. Scritti sarcastici, impenitenti, ironoci e velenosi, come li descrive l'autore stesso, ma allo stesso tempo poetici e pieni d'amore per un paese, l'Italia, che sta affondando, sempre più irrimediabilmente, in una melma che minaccia di sommergerci. Un vero e proprio prontuario di resistenza umana per non farci sopraffare da chi finge di amare questa nazione, ma l'affossa, ogni giorno di più. E' un Vauro incazzato quello che ieri sera ha risposto alle domande dei tanti giovani che chiedevano, come si chiede a due vati, come si fa ad uscire da quest'impasse sociale e politico, da questo tunnel in cui la luce non si vede nemmeno da lontano. Si può scegliere di non parlare di chi ammazza quotidianamente questo paese, come ha fatto Gatti, che ha deciso di votare il suo impegno, la sua professionalità, per descrivere e raccontare in maniera lucida, razionale e, sopratutto, vera, le storie di chi questa Italia la vive e la combatte, di chi cerca di farsi spazio onestamente. O si può scegliere di incazzarsi e continuare a lottare, magari lavorando gratis come Vauro o come tanti presenti in quella sala ieri sera, semplicemente dandosi da fare per generare un clima rigenerativo, una vera e propria rivoluzione culturale che ci farà sbarazzare di tutti questi buffoni impenitenti che non ne voglio sapere di andare in pensione, quando non in galera. E quando alla fine la folla si fa vicino a Vauro per una foto o un semplice autografo le promesse e gli auguri che rivolge ai giovani che gli chiedono consigli sono quelli di un uomo che ha dentro ancora la forza e l'ardore giovanili. Un giovane farabutto, nonostante l'età, pronto a fare di tutto per riprendersi il suo paese.

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