Fini, unico garante.
La legge bavaglio è passata al Senato, ma le polemiche non si sono affatto placate. Il premier dichiara che "governare con questa Costituzione è un inferno", il che implicherebbe un arresto per alto tradimento in un Paese che si definisce civile e democratico. L'opposizione continua a fare il follower e si accoda a ogni tipo di contrasto nei confronti della maggioranza. I magistrati dichiarano guerra al ddl intercettazioni, che darà inizio al nuovo regime e alla fine della Repubblica italiana. Di Pietro e co. cercano di occupare le poltrone in Aula, ma vengono cacciati via. Fini continua a moderare dall'interno quello che sta combinando questa maggioranza senza rendersene conto. I giornali si ribellano, La Repubblica stampa prime pagine simbolicamente bianche. Persino l'Europa è stata chiamata in causa.
Quando sentiremo parlare di Onu, dovremo iniziare a preoccuparci.
Ma il Presidente della Camera, fra una diatriba con i leghisti e un'altra, trova il tempo di ribadire che l'esame in Camera non sarà superficiale, che si insisterà perchè questa legge non diventi un modo per ostacolare la libertà di stampa da una parte, per agevolare la criminalità dall'altra. Lo stesso Bocchino, vicepresidente dei deputati Pdl, nonchè promotore di Generazione Italia, ha dichiarato quanto sia importante che questo Governo modifichi qualcosa perchè la legge non venga, poi, dichiarata incostituzionale. Esperienza già vissuta più di qualche volta, fra l'altro. Che, stavolta almeno, non restino sgomenti, insomma.
Così, si aspetta che tutto questo finisca, ma con le giuste modifiche e i giusti tempi. "Garantisco io il regolare svolgimento dei lavori", ha dichiarato Fini al Pd.
Le parole di Bocchino e del Presidente della Camera incoraggiano Rosi Bindi che, senza mezzi termini, a SkyTg24 ribadisce: "Berlusconi lasci perdere questa pessima legge".
Chissà che qualcuno li ascolti. Presidente della Repubblica compreso.