Francia: la "violenza psicologica" diventa un crimine
Il Parlamento francese ha approvato con una larga maggioranza una legge che considera la violenza psicologica come un reato. L'obiettivo è di aiutare le vittime di violenze e abusi psicologici, soprattutto quelli domestici.
Il disegno di legge, introdotto da Danielle Bousquet (socialista) e Guy Geoffroy (membro del partito di centrodestra UMP) ha subito trovato un'approvazione bipartisan. “In Francia una donna muore in media ogni 2,2 giorni a causa di violenze domestiche”, hanno dichiarato i due legislatori. Nadine Morano, segretario di stato per la famiglia, ha espresso tutta la sua soddisfazione per il provvedimento: “Ogni anno, l'84% delle 90.000 segnalazioni effettuate dalle donne francesi ai servizi di aiuto telefonico riguardano le violenze psicologiche”. Lo scorso novembre, il Primo Ministro François Fillon, aveva parlato dell'importanza di un simile intervento legislativo definendolo una “causa nazionale”.
L'obiettivo della legge è di punire quei comportamenti che, anche se non si traducono in violenze fisiche, possono avere conseguenze gravi per le persone che ne sono vittime. I colpevoli rischiano fino a tre anni di carcere e dai 75,000 ai 90,000 euro di ammenda. Il provvedimento, applicato a entrambi i sessi, si rivolge soprattutto alle donne in quanto rappresentano il 90% delle vittime. La legge definisce la violenza psicologica come “atti ripetuti che si realizzano tramite parole” inclusi insulti e messaggi di testo che “degradano la qualità della vita di una persona e comportano un cambiamento dello stato mentale e psicologico”. La legge, inoltre, introduce la sperimentazione per un periodo di tre anni di un braccialetto elettronico per sorvegliare a distanza il partner violento. Un dispositivo, quest'ultimo, che trae ispirazione dalla Spagna, dove è stato lanciato già da alcuni anni dal governo socialista di José Zapatero.