Giornalismo d'inchiesta o complotto mediatico giudiziario?
Secondo Freedom House uno stato libero, con una democrazia compiuta, deve necessariamente possedere dei media liberi, pluralisti e quindi non soggetti ne a controlli ne a pressioni. Possiamo quindi definire l'Italia uno stato libero?.
In un paese dove i media vengono sistematicamente attaccati ed accusati di politicizzazione ci può essere la liberta necessaria per la realizzazione di uno stato moderno e liberale? In un paese dove il conflitto d'interessi dilaga e la politica viene costantemente legata al giornalismo giudiziario non bisogna creare una linea di confine tra le due cose?.
Ne hanno discusso ieri, presso la Sala dei Notari di Perugia, durante la prima giornata del Festival Internazionale del Giornalsimo, Gianluigi Paragone (L'ultima Parola - Rai2), Luca Palamara ( presidente Associazione Nazionale Magistrati), Peter Gomez (Fatto Quotidiano), Giuliano Giubilei (vicedirettore Tg3), Claudia Fusani (L'Unità), Rachel Donadio (New York Times) ed AlessandroCampi ( direttore Rivista di Politica).
Nella giornata in cui la legge sul processo breve è passata alla camera, non potevano non suscitare scontri in sala gli argomenti caldi di questi ultimi mesi. Intercettazioni, uso populistico dei giornali, rapporto tra media, potere e apparati giudiziari.
Il giornalismo d'inchiesta, spinto in alcuni casi da aiuti oscuri all'interno delle procure, esiste da decenni. Negli Stati Uniti alcune "gole profonde" aiutarono il Washington Post nell'inchiesta giornalista che portò al Watergate; ma senza andare troppo lontani è di pochi anni fa l'intercettazione pubblicata dal Giornale di Fassino che disse "Abbiamo una banca".
Come possiamo vedere quindi l'uso delle intercettazioni, ma anche l'uso politico dei giornali stessi è un costume ormai bipartisan. Paolo Berlusconi pubblica contro Fassino, Repubblica pubblica contro Berlusconi. Quello che ci si chiede però è: Perchè mettere in discussione l'utilità delle intercettazioni stesse gridando costantemente al complotto mediatico giudiziario?.
Sostanzialmente se una persona ha la coscienza pulita perchè dovrebbe mai voler impedire l'uso delle intercettazioni e quindi, una volta desecretate, la loro pubblicazione?.
Perchè ci si butta avanti per non cadere indietro? forse perchè non avere qualcosa di morbido che attutisca il colpo spaventa troppo?.
Secondo il presidente dell'Associazione Italiana Magistrati, Luca Palamara, "una limitazione di qualsiasi tipo delle intercettazioni porterebbe soltanto all'impossibilità da parte dei magistrati di compiere il proprio lavoro".
Sarebbe come impedire la vendita di dolci per prevenire il diabete. Senza l'uso di intercettazioni non si sarebbero mai potute fare le famose indagini sulla cricca del G8, su calciopoli, sugli abusi della Protezione Civile in Abruzzo ma anche molte indagine su mafia e caporra. Un atto idiota quindi che può esser preso solo se consapevoli di quello che si sta facendo, e per questo idiota e spaventoso allo stesso tempo.
morris bisanti