Gli Stati Uniti dichiarano che i massacri armeni furono genocidio.
Sale la tensione con il Governo di Ankara.
I rapporti tra Turchia e Armenia proseguono costanti, sebbene la Commissione Esteri del Congresso degli Stati Uniti ha definito «genocidio» i massacri, che sono stati perpetrati ai danni dei cittadini armeni tra il 1915 ed il 1916. Il dialogo tra il Governo di Ankara, da un lato, e quello di Yerevan, dall’altro, non dovrebbe subire un arresto, come affermato dal Ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, con riferimento ai protocolli firmati fra Turchia e Armenia lo scorso ottobre a Zurigo. La popolazione armena era stata sottoposta ad una vera e propria campagna vessatoria da parte del Sultano dell’Impero ottomano, Abdul Hamid II, tra il 1984 ed il 1986. Ma il vero e proprio eccidio si è consumato con la deportazione e conseguente eliminazione di armeni nel 1915-1916. Il ministro turco Davutoglu, in una conferenza stampa, ha aspramente polemizzato con il comportamento del capo della Commissione esteri del Congresso, il democratico Howard Berman, denunciano irregolarità nella procedura di voto con cui è stata approvata la decisione sul genocidio armeno. Per chiarire la questione è stato richiamato l’ambasciatore turco a Washington, Namik Tan, e parallelamente è stato convocato l'ambasciatore americano nel Ministero turco. La mozione, approvata, per un solo voto, dalla Commissione Affari Esteri della Camera dei rappresentanti americana ha però aperto una crisi diplomatica tra gli Stati Uniti e la Turchia. Il Segretario di Stato, Hillary Clinton, aveva in verità invitato la Commissione ad evitare di pronunciarsi sulla questione.