IJF18 - Disinformazione e intelligenza artificiale

IJF18 - Disinformazione e intelligenza artificiale

 
a cura di Selena Mariano
 
In occasione del Festival Internazionale del Giornalismo, sabato 14 aprile 2018 si è tenuta una tavola rotonda presso la Sala delle Colonne (Palazzo Graziani), moderata da Ed Bice (Credibility Coalition). La discussione ha visto come argomento centrale come le intelligenze artificiali possano migliorare la verifica dei contenuti trasmessi tramite i mezzi di comunicazione.
Dopo una veloce introduzione del mediatore, Lisa-Maria Neudert (Oxford Internet Institute), una dei tre relatori, ha presentato la sua ricerca sulle intelligenze artificiali. Partendo dal presupposto che il grande problema che l’informazione sta incontrando negli ultimi periodisia la disinformazione, Neudert ha mostrato come le I.A. vengano considerate o unasoluzione o un problema alla questione, mentre in realtà esse sono “neither of the two, a little bit of both” (“nessuna delle due, un po’ di entrambe”). Prendendo ad esempio il processo di propaganda, è stata analizzata la capacità delle I.A. di raggiungere una vastità di persone partendo dagli interessi di pochi utenti del media usato per diffondere la notizia, in particolare dei social media. Proprio per questa grande capacità di targeting e i numeri che permettono di raggiungere gli algoritmi usati dalle I.A., spesso le fake news vengono diffuse attraverso questi strumenti. Le I.A. non sono però consapevoli della qualità delle notizie che diffondono. Perciò, Naudert propone un training data che consenta alle I.A. di agire attraverso tre stadi: identificazione, verifica e correzione della notizia. Con le tecnologie correnti è difficile e Naudert ha tenuto a precisare che “even if we get the training data right, doesn’t mean we train A.I. the right way” (“anche se riuscissimo a prendere il giusto set didati per allenare le I.A., non è detta che le alleneremmo nel modo giusto”).
Naudert passa poi la parola a Amy Zhang (MIT CSAIL e Credibility Coalition) la quale, attraverso il racconto di come si è formata Credibility Coalition, spiega anche gli obiettivi della sua ricerca.
Credibility Coalition parte dal MisinfoCon, quando un gruppo di persone decide di fondare questa associazione per poter connettere e mettere in dialogo le persone e i sistemi digitali. Lo scopo ulteriore è trovare un metodo scientifico per approvare la credibilità delle informazioni e crearne un modello fruibile da tutti i professionisti del settore della comunicazione. I tre stadi del metodo comprendono:

Indentificare gli indicatori e creare dei “casi” di riferimento per il loro utilizzo;

Stabilire una cooperazione dei vari settori;

Generare un modello finale e testarli su materiale “pilota”.
Da questo studio emergono casi d’uso potenziale, come la ricerca sul web (già implementatadal fact checking), le citazioni, il newsfeed.
Infine è intervenuto Mark Robbins (Factmata), ultimo dei relatori presenti. Robbins ha riaffermato quanto detto dalle ricercatrici prima di lui, sottolineando che non solo le I.A. hanno bisogno di un training, ma anche le persone che utilizzano i new media. Ha inoltreevidenziato l’importanza della credibilità come criterio di diffusione di una notizia, piuttosto che la sua popolarità e il suo share.

Negli ultimi minuti è stato poi lasciato spazio alle domande.Link panel discussion: https://www.youtube.com/watch?v=SndnDE_ExHg

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