Il "Fatto" editoriale

Il "Fatto" editoriale

Il Fatto Quotidiano : un caso editoriale. Ma non solo. Pochi i fortunati che sono riusciti a sfidare l'immensa folla che gremiva Piazza Morlacchi ieri sera e che hanno potuto assistere a una ridotta riunione di redazione de Il Fatto, ospite al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Peter Gomez, Antonio Padellaro, Luca Telese, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto e Silvia Truzzi hanno raccontato a una platea di giovanissimi, accusati oggi ovunque di disaffezione politica, di qualunquismo e mediocrità, come è nato il Fatto, perchè si sentiva la necessità di un nuovo giornale. Diverso, prima di tutto.
Il racconto prosegue tra qualche aneddoto che fa sorridere e i ricordi: il giornale nasce in pochissimo tempo, ne avevano iniziato a parlare l'anno scorso, giusto qui al Festival, dove è stata creata la società editrice e dove Telese ha espresso la volontà di seguire Padellaro, Travaglio e gli altri, in questo avventato progetto. E quando arriva in edicola, dopo solo una mezza estate di progettazione, con già 28 mila abbonati quasi subito tocca le 80 mila copie vendute.
Peter Gomez ribadisce che questo è solo l'inizio. I progetti per l'immediato futuro prevedono l'abbandono del blog per un vero e proprio sito che funga anche da social network, con possibilità di condividere e far circolare idee e azioni, commenti, proposte e quant'altro. In nome di un giornalismo che sia veramente partecipativo e parta dal basso. Da tutti quei lettori che hanno colto l'innovazione che il Fatto ha portato nelle edicole italiane. E per far questo, ricordano, per arrivare a sfidare i giganti dell'editoria giornalistica italiana, per puntare al milione di copie o di contatti singoli sul sito, c'è bisogno del "nostro aiuto".
Poi la parola passa a Travaglio che per la prima ora se ne è rimasto zitto. In fondo sono tutti li per lui. Cristallizza all'istante l'attenzione del pubblico con la sua lucida analisi. I suoi racconti, le sue parole potrebbero provenire dal miglior programma di satira mai realizzato in tv. Eppure ciò che ci ricorda è l'imbarazzante situazione politica, economica e sociale italiana costellata di scandali, malaffari, clientelismo, corruzione e quant'altro. La platea ride, applaude, sghignazza. Ma viene in mente che a parlare è un giornalista e ciò di cui riferisce - gli imbarazzanti tentativi di autodifesa di Bertolaso, le vergognose scuse degli esponenti del Pd non presenti in aula al momento delle votazioni sullo scudo fiscale - è la realtà dei fatti.
La vera novità, il caso editoriale testimoniato da una piccola redazione che realizza quotidianamente un grande giornale, è l'unico raro esempio di editoria pura in Italia, la proprietà dei redattori è di piccoli azionisti. Questa formula ha dimostrato, con i tanti successi e riconoscimenti ottenuti, con la graduale affezione e fiducia conquistata del pubblico, che un successo editoriale è possibile pure in un periodo di piena crisi dei tradizionali giornali di carta.
La libertà dei redattori, la costante volontà di rimanere fedeli ai fatti, l'intento di non dipendere da nessuno e l'obiettivo di informare i cittadini sul reale stato di salute del nostro paese hanno premiato questi uomini di buona volontà che rappresentano un raro esempio di libertà di informazione in una situazione in cui sembra essere la più precaria e violentata dei valori democratici.

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Collaboratore
Festival Internazionale del Giornalismo 2010