"Il feroce Saladino" a teatro
Dopo il successo riportato al suo debutto, viene riproposto al Teatro Brecht il 6 marzo 2010 alle ORE 21,15, proprio a San Sisto, il quartiere nato con la nuova Perugina, “IL FEROCE SALADINO, ovvero Storia di una fabbrica di cioccolato: Perugina”, un progetto di Roberto Biselli, prodotto dal Teatro di Sacco con il sostegno della Provincia di Perugia e del Circolo Dipendenti Perugina, patrocinato dalla Regione dell’Umbria, il Comune di Perugia, l’ISUC e l’ICSIM.
L’idea di questo spettacolo nasce dalla volontà del Teatro di Sacco di recuperare e raccontare un pezzo importante della storia sociale ed economica del nostro paese, dell’Umbria e della città di Perugia: sia come memoria collettiva che come esempio “vivente” per chi non abbia attraversato né sentito né sofferto questa vicenda, di modo che la storia di questa grande fabbrica dolciaria assuma
agli occhi degli spettatori un senso più complessivo di un significativo e peculiare “esempio” di modello industriale politico e sociale del secolo appena trascorso.
Il testo originale, frutto di un ampio lavoro di ricerca e di video interviste sul campo ad ex operai, sindacalisti, dirigenti sino ai membri ancora viventi delle famiglie Buitoni e Spagnoli, i grandi artefici di questo fulminante esempio antelitteram di azienda glocale ad altissimo livello, è di Matteo Caccia, giovane autore radiofonico e teatrale, fra l’altro del recente La maglia nera, attualmente impegnato con grande successo per Radio Due.
E’ una narrazione per 3 personaggi, interpretati da tre attori umbri di grande esperienza e professionalità: lo storico Francesco Moschini, già protagonista di un’indimenticata stagione con La Turrenetta; Loretta Bonamente, folignate inseritasi con vigore nel panorama delle attrici emergenti locali e Mauro Silvestrini, già diplomato alla scuola Ottobre diretta da Valeria Ciangottini, inesausto promotore e interprete di molte valide produzioni a Città di Castello: la scelta di tre attori umbri ovviamente non casuale né per scelta territoriale né per quella appartenenza al territorio che ha visto protagonista Perugina e le sue vicende.
I tre personaggi sono:
· un impiegato degli anni ’20, il periodo del primo boom;
· un’ operaia degli anni ’50
· e un dirigente degli anni ’60 e ’70 che segue le ultime vicende dell’azienda.
La narrazione verrà intramezzata da brani musicali – composti ed eseguiti dal vivo dal brillante fisarmonicista Giacomo Tosti in arte Giacobazzi, interprete riconosciuto a livello nazionale, che come la Perugina attraversano il ‘900, capaci di interagire ed accompagnare le vicende evocate; e infine, a completare il progetto di messa in scena, una serie di videoproiezioni - appositamente prodotte per l’evento dal giovane video maker perugino Matteo Svolacchia, autore del recente corto Effetti di un sogno interrotto che ha riscosso molto interesse - nelle quali si alterna un serrato montaggio di interviste, immagini d’epoca e video originali appositamente forniteci dall’Archivio Storico Buitoni Perugina.
Insomma un grande racconto composto di “storie ufficiali” (a partire dal titolo stesso dello spettacolo, citazione del famosissimo concorso di figurine, un vero e proprio evento delle cronache del costume italiano) e di storie private, diciamo i retroscena, i dietro le quinte che rendono l’intera struttura drammaturgica più affascinante ed intrigante per il pubblico.
Raccontare della Perugina non è solo parlare di significativi imprenditori locali, ma anche di stretta connessione con la politica e l’economia di stato; significa anche parlare di una trasformazione che non è stata solo del padronato-famiglia, ma di tutto il modello industriale dell’azienda-famiglia per non disperdere la memoria e l’identità di generazioni di individui che si sono sentiti parte integrante di un’azienda che era anche il riflesso e l’immagine di un territorio.