Il Premier e la testa di Bocchino.

Il Premier e la testa di Bocchino.

Fino a stamattina le cose sembravano essersi calmate fra il Pdl berlusconiano e quello finiano. Bocchino aveva dato le dimissioni, tutti sembravano più o meno d'accordo. Persino La Russa. Ma, si sa, la politica italiana è in continuo movimento.
Nella lettera di dimissioni, il vicecapogruppo del Pdl non si trattiene dal reinnescare la polemica e racconta di minacce subite e di un Premier che vuole la sua testa. Anche di questo non ci si può meravigliare. "Berlusconi è ossessionato da me. E' da almeno un anno che chiede a Fabrizio Cicchitto la mia testa, perchè ritiene che non possa esserci uno non allineato. Berlusconi mi ha pure chiamato per dirmi di non andare in televisione. Che un leader chiami un dirigente per dirgli questo, è una cosa che non esiste al mondo. In una telefonata, con toni concitati, mi ha pure detto: 'Farai i conti con me'", afferma Bocchino. Roba da niente, ma che il Premier non abbia un buon rapporto con i telefoni è cosa risaputa.
Poi, continua: "C'è stata una direttiva di Berlusconi durante Ballarò che chiedeva la mia testa. Berlusconi commette un grave errore che è quello di colpire il dissenso, colpire chi è in vista per educarne cento. Ma questo non porterà il partito lontano". Quella del dissenso è una questione che ha sempre toccato il Presidente del Consiglio, lo fa con i giornalisti (leggi inchiesta di Trani, Dictat bulgaro), non vedo perchè non debba farlo con quelli del suo partito. Gli scontri non si sono affatto affievoliti, dunque. Ora, ovviamente, il posto da vicepresidente vicario del gruppo è già ambito dai soliti avvoltoi. Per cui si è cercato di mettere subito in chiaro che sarà assegnato ratificando dall'assemblea, votando, quindi.
La zona finiana, ora, appoggiata dal Secolo d'Italia, spera che Feltri non inizi una nuova campagna di aggressione, come è solito fare. Per la serie: la speranza è l'ultima a morire.

Profile picture for user fucsia

Collaboratore
Politica Nazionale