Italy. Love it or Leave it. Arriva il docu-trip al Festival del Giornalismo 2012.

Italy. Love it or Leave it. Arriva il docu-trip al Festival del Giornalismo 2012.

Italy. Love it or Leave it. Ovvero un docu-trip di sei mesi in una vecchia '500 che attraversa tutta la penisola italiana. I protagonisti di questo viaggio sono due trentenni (da ormai diversi anni), Luca Ragazzi e Gustav Hofer, che cercano, attraversando in lungo e in largo l'Italia, una risposta convincente alla domanda: vale ancora la pena di restare in Italia?
I due cineasti si chiedono se non converrebbe forse lasciare il Paese in cui sono nati e cresciuti per cercare occasioni e posti migliori. Lasciare l'Italia: un paese con forti contraddizioni e brutture, ma anche colmo di bellezze proprio là dove uno meno se le aspetta.
Così il viaggio diventa l'occasione per i due (ma anche per gli spettatori) di capire se vale la pena re-innamorarsi di questo paese spesso amato dagli stranieri, ma altrettanto odiato dai suoi abitanti. In questo modo, ripercorrendo le diverse regioni, così come i passi più importanti della storia italiana (tra cui la nascita e la crisi della Fiat a Torino e della Bialetti a Coccaglio) vengono messe in evidenza le bellezze e le criticità di un paese ormai sfinito. Così, parlando della mafia e dalla 'ndrangheta, passando anche per lo sfruttamento e la ghettizzazione degli extracomunitari di Rosarno, vengono raccontate le storie di chi ha deciso di reagire, per cambiare in meglio il Paese in cui è nato e ha scelto di vivere. Ma il dubbio resta.
Restare in Italia quindi? O partire? Restare per cosa... per la pizza? Per la pasta? Per il sole o il mare? Per i bei monumenti? No, tutto questo di per sé non è sufficiente.
La risposta che Luca e Gustav trovano nel loro viaggio non è così banale: si sceglie di restare perchè si crede di poter cambiare lo stato di cose presente. Si resta per ribellarsi, per riprendersi gli spazi che erano di tutti ma che oggi sono stati sottratti alla collettività e sono diventati esclusivo appannaggio di pochi. A questo punto restare diventa la scelta più coraggiosa, la più difficoltosa. Mentre andarsene sarebbe un po' come un tradimento, come una “diserzione”, sottolinea provocatoriamente Andrea Camilleri.
Restare dunque.
Restare, perchè, se ce ne andassimo, lo spazio che prima noi occupavamo sarebbe immediatamente preso da coloro da cui noi stiamo fuggendo.
Restare, smettere di lamentarsi e agire per realizzare il cambiamento.

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