La coscienza di Mike, la critica tv nel web 2.0

La critica televisiva potrà sopravvivere ad internet e alla proliferazione dei canali televisivi?
Potrebbe essere questa la domanda intorno la quale far ruotare il convegno dedicato alla critica tv e in particolare alla presentazione del libro "La coscienza di Mike" scritto da uno dei relatori DelBecchi, afiancato per l'occasione da Simonelli e Specchia altri due esperti di televisione.
La mancanza di un addetto ai lavori, come Minoli, atteso ma per imporogabili impegni, non pervenuto, si fa sentire, in un dibattito che si trascina tra esempi di storia di critica televisiva.
Curiosa in particolare la nascita della critica tv, ad opera di DeBenedetti allora direttore de La Stampa, il quale girando per una Torino deserta alla fine degli anni 50, si accorge che tutti erano in casa per assistere alla finale di "Lascia o Raddoppia", storica trasmissione di Mike Bongiorno. Tornato in redazione, impone al critico teatrale di trasformarsi in critico televisivo, lasciandogli una pagina dedicata.
Curioso il particolare che i critici televisivi sono quelli che più di tutti sono diventati personaggi, sono rimasti nella memoria collettiva, sono conosciuti e letti ancora oggi e non solo dagli addetti ai lavori. Un altro esempio di connubbio tra critica e letteratura è stato indubbiamente Beniamino Placido, recentemente scomparso, che quasi quotidianamente riempiva un'intera pagina de La Repubblica, con le sue riflessioni che partendo dalla tv invadevano altri settori.
La risposta alla domanda iniziale, in conclusione, non può che essere positiva. Le possibilità offerte da internet per la diffusione di notizie e di informazioni, invade anche il settore tv. Non solo gossip e retroscena, ma anche critica. Grazie alla rete lo spettatore può divulagare le proprie idee, tirarle fuori ed esporle al mondo intero. La domanda a questo punto potrebbe essere, se tutti siamo critici, esistono ancora i critici tv, il cui spazio sui giornali si è progressivamente ridotto?