La coscienza di Scajola.
"Ho la coscienza a posto", ha dichiarato Scajola in Consiglio dei Ministri circa la vicenda che lo vede implicato in questi giorni. Lo Zeno Cosini dei giorni nostri, l'"inetto" di Italo Svevo, ora è l'inetto di tutta Italia. Il furbo ministro, infatti, non solo ha pagato una casa dal valore di un milione e settecentomila euro alla modica cifra di novecentomila, ma l'ha fatto con i soldi di Diego Anemone. Ricorderete il personaggio per il famoso film "Protezione Civile Spa". Ma, come se non bastasse, ha, ingenuamente, creduto di farla franca trasformando questi contanti in ottanta assegni circolari del valore di 12.500 euro (così prevede la normativa antiriciclaggio) ciascuno. Poi, si sa, capita quel funzionario pignolo che ti rovina i piani. Più che pignolo io lo definirei normalmente sveglio. Richiedere ottanta assegni circolari significa, niente di più, niente di meno che raggirare la norma. Dunque, si tratta di riciclaggio. Le povere proprietarie dell'immobile, ovviamente, credendo ancora nelle istituzioni e in chi le rappresenta, non si sono poste troppe domande. Evidentemente, devono aver letto pochi giornali.
Nel corso della riunione a Palazzo Chigi, comunque, il ministro dello Sviluppo Economico (del suo sicuramente), ha ricevuto tutta la solidarietà possibile dal Premier. "Ti capisco", gli avrà detto. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, interpellato da Sky, ha dichiarato: "Stiamo assistendo a un processo mediatico e noi non possiamo accettare e assecondare i processi alle persone a mezzo stampa". Di nuovo. Due domande sorgono spontanee. La prima è che non si rendono conto che i media sono nelle mani del solidale Berlusconi. E la seconda è che un processo, anche se mediatico, è pur sempre un processo. Sarà che non ci sono proprio abituati a finire in tribunale.