La Coscienza di Zeno al Teatro Morlacchi - RECENSIONE
Karl Gustav Jung per descrivere il funzionamento della mente utilizzava come metafora proprio il Teatro: l’attore al centro della scena è il nostro “Io”, i personaggi nel buio delle quinte sono tutte le nostre esperienze, consce e inconsce, che entrano ed escono di scena. Paolo Valerio sembra voler ricalcare questa metafora portando in scena il più celebre dei romanzi italiani sulla psicoanalisi, La coscienza di Zeno di Italo Svevo, e pone al centro della scena uno dei più grandi attori dall’ironia e profondità inconfondibili: Alessandro Haber.
Lo spettacolo – in scena al Teatro Morlacchi di Perugia dal 16 al 20 ottobre – trasporta lo spettatore direttamente nella mente-teatro di Zeno Cosini che, in veste di regista, ci racconta e rimette in ordine le principali tappe della sua esistenza, con i suoi traumi, amori, incomprensioni, pulsioni, vizi… proprio come in una seduta di analisi. Siamo noi spettatori ad assumere il ruolo del Dottor S. ad assistere al racconto di un uomo perennemente in conflitto con sé stesso. Gli elementi introspettivi sono restituiti non solo dall’interpretazione di Haber e dall’ottimo cast di attori ma anche dalla scenografia tendente al grigio, dalle luci fredde e asciutte e soprattutto dalle vive proiezioni che muovono la scena rendendola ancor più onirica.
Lo spettacolo di Valerio – in virtù di un adattamento tutt’altro che banale che restituisce a pieno l’essenza dell’opera di Svevo e che l’arricchisce grazie alla forma scenica – non va assolutamente perso.