La tv si sposta online...o forse no?
Le webtv sono il futuro della televisione? Si potrà ancora parlare di televisione? L'Italia a che punto sta in questa corsa verso il futuro? Sulla carta questi interrogativi aleggiavano sopra l'incontro “La nuova webtv tra log-in e check-in”. Sulla carta.
Partiamo dal titolo. Ma che titolo è? Qual era l'obiettivo per il quale era stato pensato? Domanda senza risposta.
Ospiti di tutto rispetto, come nella norma di questo festival. Coletti, fondatore e deus ex machina di altra tv. Il nume tutelare delle webtv, una sorta di “delegato sindacale” del mondo delle webtv. A lui l'onere e l'onore di moderare e fare le domande. Gomez del fatto quotidiano, che annuncia che al raggiungimento del milione e mezzo di visite della loro piattaforma su cui caricano i video, lanceranno la loro webtv, che dovrà avere anche una componente di intrattenimento leggero, perchè (e cito quasi testualmente) “il comico potrà avere in mano un galaxies tab senza problemi”. W il dio denaro, che tutti fa campare! (e se avete già immaginato Travaglio che canta e balla con Emma Marrone, mentre Santoro fa duetti comici con Geppi Cucciari e Ruotolo cucina con la Parodi, proseguite nella lettura).
C'è poi Piero Gaffuri di RaiTv. La Rai sta cercando di portare avanti il progetto di una piattaforma su cui gli utenti potranno volontariamente caricare video. Ancora? Si alza dalla platea e dal banco degli speaker un coro unanime. No, mi sono spiegato male, prosegue Gaffuri, ci sarà una specie di tutorial per la creazione dei video. Per rispondere all'obiettivo “qualità” già portato avanti dagli altri ospiti. Certo, ma la qualità costa. E allora ecco la “comicità intelligente” del fatto per mantenere la baracca e il tutorial della Rai. Il tutto mentre Simona Panseri, di Google Italia, sfila la compagnia per cui lavora dalla corsa alle webtv spiegando che Google Tv (che prima o poi arriverà anche in Italia), si limiterà ad indicizzare i vari canali e contenuti video e non sarà produttrice di contenuti. Ovvio, ma quindi con il tema dell'incontro a poco a che fare. Meglio, forse era da questo aspetto che bisognava partire. La televisione sta cambiando, ma nessuno sembra accorgersene. Ma non sta cambiando nei contenuti, quanto nella modalità di fruizione. Le smart tv permettono di vedere i contenuti online in tv. Ma obiettivamente chi vedrebbe video di Youtube o di una webtv sul grande schermo? Negli Usa il fenomeno si sta sviluppando grazie ad Hulu, Netflix e simili che stanno spostando i contenuti della tv tradizionale online. Basta un abbonamento e i tuoi programmi televisivi sono disponibili. Addio pirateria. Addio ricerca di torrent. Tutto subito e quando vuoi. E con una smart tv direttamente sul televisore di casa. Il palinsesto personalizzato questo è il futuro della tv. Ma quali contenuti vogliamo metterci? E soprattutto chi ci metterà questi contenuti?
Domande inevase, nell'attesa dell'arrivo della banda larga in tutta Itaia (o almeno si spera). E qui si inserisce un altro aspetto, assolutamente interessante. Legato al controllo politico delle autorità di controllo della comunicazione, al fatto che la banda larga arriverà quando ci sarà l'interesse politico ad averla. Per la nascita del nuovo partito di plastica (o fluido che fa più cool) di Berlusconi e Alfano? Probabilmente si. E allora non cambierà nulla in Italia.
E le webtv? Il mondo delle piccole webtv che cercano di creare il loro business? Auguri e buona fortuna, sembra l'unica risposta possibile.