L’ultima delle Mine Vaganti.

L’ultima delle Mine Vaganti.

Ferzan Ozpetek traduce una delle sue celebri pellicole cinematografiche in un coinvolgente e ritmato testo teatrale. 
 
Tommaso (Erasmo Genzini) si è nascosto per tutta la vita agli occhi della sua famiglia. La facoltà di economia e commercio, le sue amicizie a Roma, il suo orientamento sessuale: tutte bugie, per paura del giudizio di un padre (Francesco Pannofino) e una madre (Iaia Forte) che sicuramente non avrebbero accettato la sua verità. Tornato nel suo paesino di origine nei pressi di Gragnano, trova finalmente il coraggio di rivelarsi, ma viene anticipato dal fratello maggiore (Carmine Recano), che decide di dichiarare la propria omosessualità, provocando il malessere e la vergogna del padre. 
 
Tommaso sul palcoscenico, riallacciando i nodi dei sui ricordi, ci racconta di come sia stato travolto da questi eventi che lo hanno portato a gestire gli affari di famiglia al posto del fratello e a continuare a fingere sul suo vero essere. Nonostante questo, la sua storia è vivace e divertente, ricca di situazioni in bilico tra finzione e realtà, dialoghi incalzanti, umorismo e colpi di scena. La rappresentazione teatrale di Mine Vaganti risulta travolgente ed intrigante, grazie alla scenografia di tendaggi velati di Luigi Ferrigno, che insieme alle luci di Pasquale Mari e ai costumi di Alessandro Lai, scandiscono ambientazioni differenti e lo scorrere del tempo in maniera definita ma con continuità. Il cast interagisce con il pubblico tramite il palcoscenico e la platea, lo spettatore diventa un qualsiasi passante nella piazza del paese, che osserva, giudica, e ride di quello che accade alla famiglia Cantone. 
 
Con ironia e leggerezza vengono trattate tematiche, come quella dell’orientamento sessuale e dell’arbitrarietà delle scelte dei figli rispetto alle aspettative dei genitori, che ancora dividono l’opinione pubblica. La nonna dei protagonisti (Simona Marchini), l’ultima Mina Vagante, ci insegna proprio ad accettare l’amore in ogni sua forma e ad avere il coraggio di essere liberi.
 
La combinazione di questi elementi rendono la commedia un piacere per chi osserva: un vero e proprio spettacolo.