Mills prescritto, Berlusconi esulta.
Come volevasi dimostrare: quasi come un teorema la pronuncia della Corte di Cassazione sul processo Mills. Come pronosticato, la sentenza definitiva si è avuta ieri sera stessa, e com'era altrettanto prevedibile il processo si è chiuso con una condanna annullata e un reato prescritto. All'avvocato londinese solo l'onere di pagare 250000 euro alla Presidenza del Consiglio per danno di immagine.
Ovvia la felicità del Premier, che già si vede assolto nel processo che si terrà a Milano sabato mattina. Quale più grande occasione per sferrare l'ultimo attacco alle "toghe rosse"? Ed infatti, non se lo fa sfuggire e al suo avvocato, nonchè nostro parlamentare, Niccolò Ghedini e ad Angelino Alfano, ministro della Giustizia, concetto ormai relativo, afferma: "Adesso abbiamo la prova della contiguità dei pm con i giudici. I primi hanno postdatato apposta il reato, gli altri l'hanno seguito. Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo separare le carriere. Datevi da fare."
A parte il tono quasi minaccioso, quello che proprio non si riesce a capire, è che il reato c'è, anche se prescritto, ma questo non sembra poi preoccupare il premier.
Ad ogni modo, sabato mattina avrà luogo il processo che vede solo il Presidente del Consiglio imputato, ma a differenza di Mills, il Cavaliere non potrà usufruire della stessa prescrizione, proprio a causa del Lodo Alfano, che prima di essere dichiarato illegittimo, ha fatto sì che il termine si congelasse per un anno. Periodo che, quindi, va "recuperato". Dunque, per Berlusconi, c'è ancora un anno. Oltre al danno anche la beffa, insomma. Ma è poca roba per la burocrazia italiana e soprattutto per le pratiche eterodosse di giustizia del Capo del Governo. Ma, Gaetano Quagliarello lo rassicura: "Il legittimo impedimento si farà come da programma". Chissà che sabato mattina Berlusconi non abbia un impegno istituzionale improrogabile.