NADAR SOLO Presentano il singolo NON CONTO GLI ANNI

NADAR SOLO  Presentano il singolo NON CONTO GLI ANNI

Con il primo singolo, "Il Vento", scritto insieme a Pierpaolo Capovilla de
Il Teatro degli Orrori, hanno raccolto ottimi consensi.
Ora tornano un un nuovo brano che ci racconta, con ironia e leggerezza,
di una storia che finisce, di una generazione che cade nel vuoto, della
voglia di reagire....
NADAR SOLO
Presentano il singolo
"NON CONTO GLI ANNI"
DIVERSAMENTE, COME?, l'album:
Etichetta Massive Arts
Distribuzione Self
Data di uscita 29 gennaio
"Diversamente, come?" non doveva essere un concept e propriamente, forse,
non lo è neanche adesso che è realizzato e compiuto.
Ma quando, circa un anno, fa abbiamo raccolto e selezionato i brani scritti
da ognuno, li abbiamo avvicinati e ascoltati insieme, ci siamo resi conto
che, senza nessun accordo tra noi, della stessa cosa avevamo parlato. Di
amori falliti per incapacità umana, di vite in
stand by ammalate di impotenza, della genuflessione emotiva e psicologica di
un Paese, delle sue anime e del suo cuore in calma piatta. Di questo
raccontano i testi, probabilmente i più sinceri e nudi che siamo mai stati
capaci di scrivere nella nostra vita.
La musica, semplice, fresca, vitale (a volte solare e a volte cupa), se
siamo riusciti nell'intento, dovrebbe raccontare alle emozioni quel che si
agita sotto il pelo di un'acqua apparentemente immobile, dove le correnti
preparano la tempesta che verrà.
Abbiamo fatto in modo che tutte le canzoni suonassero un po' distanti,
ammantate di quel riverbero naturale lasciato dai sogni poco dopo il
risveglio, perché quando la vita fatica a darti quello che vorresti, tutto
si allontana un po', sbiadisce e si lascia anticipare dalla sua eco.
La musica, in questo album è il sentimento vitale irriducibile che ribolle
sotto la cappa di quell'impotenza che i testi raccontano.
Tra le canzoni, c'è n'è una che forse contiene tutte le altre. Si intitola
"Il Vento". Abbiamo immaginato l'assurdo fantastico di un mondo in cui il
vento ha smesso di soffiare. Un mondo afflitto dall'inerzia, in cui tutto ha
smesso di muoversi. Voleva essere una fotografia del sentimento che ha
invaso la nostra epoca, di una generazione presa in mezzo tra un futuro
angoscioso e un passato dimenticato, costretta a vivere in un presente
cristallizzato e avaro di promesse. Quando Pierpaolo Capovilla ci ha
chiesto, dopo aver raccolto il nostro invito a partecipare, di poter
contribuire come autore a questo testo, ha portato con sé anche una visione
sentimentale in senso stretto, inventando una doppia lettura che non c'era.
E' venuto così ad abitare il brano una sorta Don Chisciotte contemporaneo e
malinconico, reduce smarrito dalla scomparsa di un amore e per giunta
privato, insieme al vento, dei grotteschi mulini contro cui lottare. La
canzone conteneva e contiene tuttora intatto un interrogativo che appartiene
tanto a chi è rimasto troppo a lungo senza amore, quanto a chi per troppo
tempo ha visto scomparire le redini della propria esistenza: e se un giorno
il vento tornasse a soffiare, se tornasse l'amore, se la vita tornasse a
chiamarmi, che cosa farei? Sarei pronto a ricominciare?
Questo, in fondo, è l'interrogativo inquieto che attraversa, a partire dal
titolo, l'intero album.http://www.youtube.com/watch?v=bzKp9uN9j2g

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Collaboratore
Cultura