Problemi in casa Pdl.
E' una scena familiare quella fra Fini e Berlusconi. Come due coniugi sposati da fin troppo, a pranzo discutono, litigano. Fini vuole la separazione, "Farò gruppi autonomi" dice al vecchio sposo. E il Premier, da buon marito che porta i pantaloni risponde: "Se lo farai, l'inevitabile conseguenza dovrebbe essere quella di dover lasciare la presidenza. E chi porta avanti iniziative autonome è naturalmente fuori dal partito". Poi, si limita a fare apprezzamenti sul cibo, peccato che questo non risolleva la situazione come accadrebbe in una vera famiglia, perchè in questo caso non è la moglie, alias Fini, ad aver cucinato.
Come da copione, dopo il pranzo, Fini avrebbe telefonato ai suoi ex An, un po' come una donna sparla di suo marito con le amiche dopo una lite. All'appello Bocchino, Briguglio, Urso e Menia seguiti, poi, dalle esponenti dell'altro sesso (che in queste situazioni ci sono sempre), la Bongiorno e la direttrice del Secolo d'Italia, Flavia Perina. Quello che vuole Fini è una risposta da parte di Berlusconi, non vuole indebolire il Pdl, ma questo deve essere strumento per la coesione nazionale e in caso di mancata risposta si provvederà al nuovo gruppo, che con grande stupore del pubblico per la fantasia dimostrata dal Presidente della Camera, avrebbe già un nome: Pdl-Italia. Già 50 deputati e 18 senatori sarebbero dalla sua parte.
Intanto, l'altra parte si sarebbe, a sua volta, confidata con i suoi di amici. Così, Ignazio La Russa (che fino a poco tempo fa si sarebbe ritrovato nell'altro gruppo di confidenti), Denis Verdini e Sandro Bondi (anche lui probabilmente nella veste dell'esponente dell'altro sesso). Si dicono amareggiati per il comportamento di Fini, il cui comportamento è sempre più incomprensibile. Insomma, le solite parole che si dicono quando la moglie di un amico esce dagli schemi.
E poi si dichiarano contro i PACS.