Problemi digitali: la difficile vita di chi fa informazione online.
Il settore dei grandi media versa oggi in un una condizione di crisi strutturale, i vecchi modelli di giornalismo sono viepiù sorpassati dagli effetti delle grandi innovazioni tecnologiche, che allargano le frontiere del fare informazione. Nei mesi passati in Italia si sono verificati numerosi licenziamenti nel settore della carta stampata, anche se si sono rivelati di portata ancora più rilevanti quelli verificatisi nello stesso settore in altri paesi, tra cui l’America. Si tratta di una crisi economica, che ha forti ripercussioni soprattutto sul modo dell’editoria in generale. La rivoluzione informatica invece ha evidenziato la necessità di ripensare il modo di fare giornalismo e di impiegare al meglio lo spazio e le opportunità offerte dalla rete, siamo quindi davanti ad una crisi che è anche strutturale. Sicuramente la possibilità di avere una così grande disponibilità di informazioni, in breve tempo, pone l’interrogativo di rivedere le figure tipiche che popolano l’ambiente giornalistico. Accanto ai giornalisti tradizionali, si vanno infatti affermando, e richiedono sempre maggiore spazio, nuove figure, come i bloggers. Si tratta di figure che allo stato attuale sono per lo più trattate come giornalisti non professionisti, sebbene si stia registrando un’inversione di tendenza, come è evidente dall’attribuzione del Premio Pulitzer a Pro Publica. Molti giornalisti che tradizionalmente lavoravano su testate cartacee hanno deciso di iniziare a lavorare online, per due ordini di motivi: da un lato sono attratti dalle molteplici opportunità che offre l’informazione online; dall’altro sperano di trovare nella rete un sicuro sbocca occupazionale, dal momento che nel settore del cartaceo si è verificata un’eccedenza di “addetti ai avori”. Il mondo del web offre tante opportunità quante insidie: se infatti offre opportunità di affermazione e di lavoro, agevolando lo scambio e il reperimento di informazioni; esso è però anche sprovvisto di quelle tutele socio-economiche che risultano necessari per poter svolgere la professione. Il giornalismo online rappresenta ancora un settore in espansione, un mondo nuovo e per molti versi ancora inesplorato, che come tale offre innumerevoli ed impensabili opportunità. Presenta tuttavia anche taluni elementi negativi, non di poco conto. Chi fa informazione online è totalmente spesso sprovvisto di un’adeguata formazione; mancano adeguate ed efficaci forme di protezione sociale e di assistenza; non viene sempre assicurata in modo sufficiente la trasparenza sulle fonti impiegate ed sul metodo dei giornalisti che scrivono online; mancano infine meccanismi che assicurino la piena realizzazione di un mercato in cui i giornalisti vendano le notizie in un regime di concorrenza. Si è spesso osservato che la rete fornisce una ridondanza di notizie, che alla fine potrebbero soffocare o addirittura coprire eventi importanti. La selezione delle notizie dotate di “rilevanza” però non può basarsi solo sul “gusto” del pubblico, ma deve essere in una certa misura verificata in base a criteri oggettivi. Queste in breve le tematiche sollevate nell’incontro su “Problemi digitali: la difficile vita di chi fa informazione online”, in cui sono intervenuti e si sono alternati nel dibattito Claudio Giua, del Gruppo L’espresso, Roberto Natale, presidente dell’FNSI, Vittorio Pasteris ed Adriano Provera, della Fasipress.