Protesta palestinese contro i nuovi insediamenti israeliani.

Israele prevede la costruzione di 1.600 nuovi alloggi a Gerusalemme Est. Si moltiplicano gli scontri.
A Gerusalemme Est non si placano gli scontri tra giovani palestinesi e le forze di sicurezza israeliane, ma la protesta rischia di essere sfruttata anche dalle forze islamiche militarmente organizzate, a partire dal gruppo di Hamas, che hanno proclamato per la giornata di oggi una "giornata della collera" contro la volontà del Governo israeliano di costruire nuovi alloggi nel settore orientale della Città santa. E’ intanto stato proclamato lo stato d’allerta, il Governo di Israele ha già fatto schierare quasi tremila agenti in tenuta anti sommossa, ai quali si sono aggiunte anche le forze dell’esercito che hanno chiuso i valichi di transito con la Cisgiordania sono rimasti chiusi. A partire da questa mattina dunque si sono verificati incidenti in diverse zone della città e in alcuni campi profughi. Lanci di sassi da parte palestinese, contro i quali le forze di polizia ed esercito israeliani hanno usato proiettili di gomma e granate stordenti. Persiste il timore da parte degli arabi musulmani nella zona di essere completamente soverchiati dai nuovi insediamenti colonici israeliani, che si estendono sempre di più verso le zone in possesso palestinese. Si teme oltretutto che venga costruita una Sinagoga nella Spianata delle Moschee. Ieri, nel tentativo di placare i timori da parte islamica, il rabbino Yona Metzger aveva negato l'esistenza di progetti concreti di edificare una sinagoga nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Gli scontri più violenti finora si sono registrati nel campo profughi di Shuafat e nei pressi di Isawie. Gli accessi alla Spianata delle Moschee sono ormai bloccati da oltre cinque giorni e sono state rafforzate le misure di sicurezza in tutti i quartieri di Gerusalemme Est, in previsione delle manifestazioni di protesta per l'inaugurazione di una storica sinagoga nel quartiere ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme.