Quando i giornali ricoprono il ruolo di opposizione... &Bla.. bla.. bla...

Quando i giornali ricoprono il ruolo di opposizione... &Bla.. bla.. bla...

Se negli ultimi anni in gran parte d'Europa si è registrata una così grande avanzata dei partiti di centro-destra, buona parte del “merito” se la devono assumere i partiti di centro-sinistra, che non sono stati capaci di intercettare i bisogni reali dell'elettorato, essendosi crogiolati spesso su una comoda rendita di posizione. Addormentati e inerti, anziché attivi per riguadagnare il potere e i consensi, i partiti di centro-sinistra hanno smesso di fare opposizione, appiattendosi sulle linee già delineate dai loro avversari politici. In questo contesto, i giornali si sono trovati a dover svolgere “impropriamente” il ruolo di opposizione.
Questo è l'assunto di base da cui è partita e si è sviluppata la discussione a proposito del ruolo che i giornali dovrebbero ricoprire nella società e della loro relazione con i partiti politici. Una discussione in verità già sentita, un tema già ampiamente sviscerato da illustri giornalisti, anche nelle edizioni precedenti del Festival. Un tema particolarmente sentito in Italia, dove il confine tra libertà di espressione/finanziamenti pubblici ai giornali si incrocia trasversalmente con il rapporto con il proprio editore.
(Ricordiamo che normalmente in un paese democratico non si può essere monopolisti televisivi, possedere testate giornalistiche e ricoprire un ruolo apicale nel sistema politico, per un semplice motivo: non può essere eletto chi ha lo strumento principale per influenzare l'opinione pubblica e manipolare il voto.)
Nulla di nuovo sotto il sole fino a qua. La discussione si sposta poi sulle diverse esperienze degli ospiti del panel: Marco Bracconi (Politica Pop, il blog di Repubblica.it), Yann Gueang (vicedirettore di Rue89.com, sito di informazione e dibattito indipendente e partecipativo francesce, che si riconosce nella figura di Hollande) e Alexander Heully (editore di CafèBabel.com, rivista di attualità, reportage, inchieste e opinioni di giovani europei). E infine, apoteosi, si inizia a discutere del rapporto tra media e potere, di quello tra i giornalisti hanno con il web, con i social media. E sulla scia del lento waltzer delle “potenzialità illimitate” e dei “nascosti rischi” che cela il web, l'incontro si chiude con il leitmotiv del "qualunquismo" degli utenti del web, che con i loro commenti finiscono per schierarsi o “pro” o “contro” a una determinata affermazione, senza però interrogarsi sul vero contenuto e sulla realtà sottesa a quell'enunciato, che verosimilmente nasconde sfumature molto più complesse di quanto sembri in apparenza.

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