Questi giudici scansafatiche.
Sospeso il processo Mediaset. Forse vi ricorderete di lui come l'ennesimo processo a rischio di casa Berlusconi. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano hanno trasmesso alla Corte costituzionale gli atti per i diritti televisivi di Mediaset. Secondo i giudici, infatti, la legge sul legittimo impedimento sarebbe dovuta essere varata con iter costituzionale. Un po' come accadde per il Lodo Alfano, insomma. La miriade di laureati in legge, Presidente del Consiglio compreso, ha ancora qualche dubbio circa il diritto costituzionale, a quanto pare. Dunque, il dibattimento è sospeso per tutti gli imputati e Berlusconi non sarà stralciato dalla lista. Secondo l'avvocato del Premier, nonchè nostro parlamentare, "la legge sul legittimo impedimento è una legge dello Stato che non vuole essere applicata dai giudici". Ora, anche lui sembra non ricordare che per rimandare una legge alla Corte Costituzionale basta un ragionevole dubbio. Poi, Ghedini, per gli amici "Ma va là", dichiara che il mestiere di Presidente del Consiglio comporta molti impegni e "qui a Milano i processi non ce li lasciano fare". Ah, pure. Dopo innumerevoli leggi il cui obiettivo era quello di non sottoporsi ai processi, ora si accusano i giudici di non volerli fare. Nell'ordinanza con cui inviano gli atti alla Corte costituzionale, i tre magistrati presieduti da Edoardo D'Avossa, spiegano che la nuova norma sul legittimo impedimento "stabilisce a priori e in modo vincolante che la titolarità e l'esercizio di funzioni pubbliche costituiscono sempre legittimo impedimento per rilevanti periodi di tempo, prescindendo da qualsiasi valutazione del caso concreto, traducendosi nella statuizione di una vera e propria prerogativa dei titolari delle cariche pubbliche diretta a tutelarne non già il diritto di difesa nel processo bensì lo status o la funzione". Dunque, ad essere violato sarebbe l'art.138 della Costituzione che regola la revisione delle leggi costituzionali, iter che ovviamente non è stato seguito.