Radiophonica: la nascita di un’Idea, dalla visione alla concretizzazione di un sogno

Radiophonica: la nascita di un’Idea, dalla visione alla concretizzazione di un sogno

Per comprendere le radici del progetto Radiophonica e rivelarne l’anima, dobbiamo fare un viaggio indietro nel tempo fino al 1997 e rievocare il vivace laboratorio di idee ed espressioni conosciuto come BONK! Situato nella periferia di Perugia, questo laboratorio ha avuto inizio nel settembre del 1997 grazie all'iniziativa dell'associazione culturale "L'Officina", con l'ambizione di creare un luogo dinamico non solo dedicato alla musica, ma alla fusione di passioni e interessi giovanili.
 
Da un esperimento pionieristico, BONK! è presto diventato un modello ispiratore per altre realtà simili sparse nella regione. Offriva corsi di fotografia, la possibilità di realizzare cortometraggi, la pubblicazione di un giornalino, spazi dedicati alla musica e luoghi di incontro, socializzazione e condivisione, diventando un crocevia per menti creative e talenti emergenti. Questo ricco contesto di creatività fu il terreno fertile in cui germogliò il desiderio di avere una voce radiofonica per esprimere se stessi
 
Tuttavia, i tempi non erano ancora maturi per la creazione di una radio web, principalmente a causa delle limitazioni tecnologiche. Erano i giorni in cui Internet, pur in fermento, era ancora un lontano miraggio per molti. Tuttavia, l'idea di una radio non venne abbandonata, ma piuttosto riposta in un angolo della mente, pronta a risvegliarsi al momento giusto.
 
Solo agli inizi del 2005 l'idea venne ripresa e portata avanti con determinazione. I primi esperimenti di streaming trovarono vita grazie all'ingegno di un socio simpatizzante, Nicola Giacchè, che aveva generosamente donato all’associazione il suo vecchio computer, un'imponente torre bianca con l’annotazione nella parte superiore in pennarello rosso “muletto”. Questo gesto altruistico, accompagnato dall'esperienza e dai tutorial forniti, si rivelò cruciale per la configurazione del primo sistema di streaming, oggi ormai obsoleto, basato su software Winamp e Shoutcast.
 
La prima trasmissione avvenne in un contesto affascinante, tra gli spazi de L'Officina e casa di Nicola, segnando un momento epocale. Per la prima volta, la musica e le voci attraversarono i fili del telefono dell’associazione, letteralmente del telefono, poiché ancora non si disponeva di una connessione veloce. Ai tempi, per collegare il computer alla rete Internet, si doveva effettuare una procedura articolata, inserendo il cavo telefonico nella presa del modem del computer per poi comporre un numero per accedere al vasto mondo virtuale.
 
Da quel momento tutto cambiò, si aprì un varco nel tessuto temporale, dando vita al sogno di creare e condividere un flusso di contenuti che avrebbe dato voce a ciò che in passato per noi era soltanto fantasia. La nascita di una radio all’Officina rappresentò il coronamento di questo sogno, un faro luminoso nel panorama delle espressioni culturali digitali e nella condivisione delle esperienze associative.
 
È importante sottolineare che nel periodo di sperimentazione, anno 2005, molte delle piattaforme digitali che oggi consideriamo imprescindibili erano ancora agli albori o addirittura non esistevano affatto.
 
Nell'epoca in cui Radiophonica muoveva i suoi primi passi, non c'erano tracce dei social network che oggi dominano la nostra vita online: né il famoso Facebook, né Instagram, o altri ancora. YouTube, la celebre piattaforma di condivisione video, non era che un'idea incipiente, lontana dallo status di colosso multimediale che occupa oggi. Questo contesto rende ancor più straordinaria l'audacia e la visione di coloro
 
che si sono lanciati nella creazione di Radiophonica, anticipando di gran lunga le tendenze digitali che avrebbero caratterizzato il decennio a venire.
 
Il passo successivo consistette nell'installazione di una linea dati veloce e nello sviluppo concreto del progetto, trasformandolo da un'idea teorica a un sito web funzionante. Questo processo ha dato vita a una vera e propria piattaforma di condivisione culturale, completa di una radio e un forum. Inoltre, ha aperto le porte all'opportunità per altri soggetti, tra cui band, fotografi, videomaker, poeti e associazioni, di iscriversi e partecipare attivamente. Ogni utente poteva così plasmare la propria pagina artistica e condividere liberamente la propria cultura attraverso la redazione radiofonica.
 
Per realizzarlo, ci affidammo a due figure di spicco: Attilio Brancaccio, socio simpatizzante dell'associazione e bassista della band Orange Dub, per la parte grafica; e Fabrizio Giannone, soprannominato da noi lo "scienziato", per lo sviluppo del codice. Fu una vera e propria reinvenzione della ruota: all'epoca, concetti oggi comuni come CMS (Content Management System) come Drupal o WordPress non erano diffusi, e noi stessi non ne eravamo a conoscenza. Di conseguenza, costruire il sito richiese partire da zero, scrivendo codice su codice, senza la comodità dei template predefiniti che oggi semplificano enormemente il processo di creazione.
 
Visto che la radio stava prendendo forma all'interno dell'Officina, ci sembrava quasi inevitabile che il nome del progetto fosse già stato stabilito come RadiOfficina. Questo passo appariva come una conseguenza naturale del processo di creazione all'interno di quell'ambiente creativo e produttivo. Dato questo assunto ci siamo avventurati, con una generosa dose di inesperienza, nella creazione del logo che avrebbe rappresentato il nostro progetto e la nostra visione.
 
L'idea, ampiamente condivisa, che ci portò all'identificazione del logo ci venne suggerita proprio dalla strumentazione residente all'Officina. Chi frequenta l'associazione o chi ha visto qualche foto o video sul web si sarà accorto che in questo spazio abbondano, casse e materiale per la produzione audio.
 
L'ispirazione scaturì proprio dall'estetica di una cassa da studio di registrazione, in particolare dalle celebri Yamaha NS-10, note ai cultori per le leggende legate alle produzioni di Quincy Jones con Michael Jackson.
 
La caratteristica estetica peculiare che le rende altamente riconoscibili: un altoparlante woofer bianco circolare con bordo nero, ci spinse ad adottarlo graficamente in sostituzione della lettera "O" presente nel nome, RadiOfficina (Figura 1).
 
Tuttavia, ogni creazione porta con sé la sua sfida, e la nostra scarsa esperienza nel campo del branding ci riservò una sorpresa spiacevole. Dopo una breve e banale ricerca online, scoprimmo che il nome RadiOfficina era già stato utilizzato in altri contesti. Anche se avremmo potuto adottarlo con un'estensione diversa, decidemmo che fosse più sensato abbandonare il nome per cercarne uno più originale e non presente nel web.
 
Il secondo nome, quello diventato ufficiale, nacque dall'estro di Alessandro Cuscinà, membro dell'associazione e docente nel corso da tecnico del suono che nel periodo 2005/2006 si svolse nei locali dell'Officina in ATS con l’associazione FORMA.azione. Il suo contributo si dimostrò imprescindibile nel trovare una sintesi tra il concetto di "radio" e un elemento capace di richiamare le attività proprie dell'associazione. Con straordinaria creatività, Alessandro combinò il termine "radio" con "fonico", dando così vita alle proposte di denominazione "radiofonica" o "radiophonica".
 
Entrambi i nomi destarono in noi un profondo entusiasmo, ma alla fine ci inclinammo per la versione con "ph", radiophonica, attratti dal suo suggestivo fascino distintivo. Arricchimmo ulteriormente il tutto con il motto evocativo: "ascolta - promuovi - suona". Fu così che nel 2006, L'Officina acquistò il dominio radiophonica.com, inaugurando una nuova e promettente era.
 
Nuova era, nuovo logo. La creazione del secondo logo è stata notevolmente più rapida. È risultato quasi istintivo ripetere il processo che ci aveva portato alla creazione del primo logo. Abbiamo sostituito la vocale "O" di "radio" con la forma grafica circolare dell'altoparlante woofer (Figura 2), e scelto un nuovo font. Questa volta, a differenza del primo logo, abbiamo optato per un font di colore rosso con bordi neri, in modo da richiamare il bordo circolare nero dell'altoparlante woofer.
 
Il potenziamento del portale procedeva speditamente, ma il server dove Fabrizio sviluppava il sito non era più adeguato alle crescenti esigenze di spazio, prestazioni e banda, indispensabili per un progetto tanto ambizioso quanto complesso. Questa circostanza ci ha spinto ad investire le nostre limitate risorse nell’acquisto del nostro primo server, ora diventato un pezzo distintivo dell’arredo presso l’Officina, completo di un toccante epitaffio. (figura 5)
 
"Questo è il nostro piccolo gioiello!" dissi mentre aprivamo le scatole del nuovo server acquistato."Lo so, ci è costato un bel po' di soldi e risparmi, ma finalmente avremo spazio e prestazioni per fare le cose per bene" confermò Fabrizio guardandolo quasi con venerazione.
 
La visita al data center di Aruba ad Arezzo è stata un’esperienza affascinante, una vera e propria “escursione nerd”, durante la quale abbiamo scoperto il processo di gestione sicura dei milioni di dati provenienti dai luoghi più inaspettati. Dopo questa avventura, con un portafoglio sensibilmente più leggero, avevamo finalmente a disposizione un server ad alte prestazioni e una banda sufficiente a garantire un caricamento rapido del sito, la trasmissione in live streaming e tutte le altre funzionalità offerte dal portale: dal caricamento e ascolto dei file audio, alle gallerie fotografiche, passando per le opere e le news di locali e associazioni, fino ai forum di discussione.
 
Un progetto di tale portata richiedeva però anche standard di sicurezza informatica elevati per il server. Non si trattava di un semplice sito vetrina, ma di un portale interattivo dove gli utenti potevano creare e condividere le proprie pagine artistiche, complete di opere. Le nostre competenze informatiche, sebbene in continua evoluzione, non erano sufficienti a garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie del server. Per questo motivo, abbiamo deciso di affidare la gestione a Ludovico Poggioli, un esperto informatico e amico dell’associazione.
 
Ludovico ha inizialmente configurato il server per proteggerlo da intrusioni non autorizzate e per assicurarne il funzionamento quotidiano senza intoppi. Inoltre, ha messo a disposizione la sua esperienza per risolvere prontamente eventuali problemi e per fornirci consigli volti a migliorare l’accessibilità al portale. La sua professionalità si è rivelata fondamentale nel gestire situazioni critiche e nell’ottimizzare l’esperienza degli utenti sul nostro sito.
 
Era giunto il momento di accrescere la promozione e, con la determinazione che ci contraddistingueva, ci organizzammo e partimmo come l'Armata Brancaleone per invadere le terre che ospitavano il MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) e spargere il verbo con l’ausilio dei volantini stampati in fretta e furia. Fretta e furia che ci portò anche a sbagliare l’estensione del sito (.it invece di .com), fortunatamente li avevamo aquistati entrambi.
 
In realtà, questa non è stata la nostra prima esperienza al MEI; già nel '98, L'Officina e l'etichetta discografica ARCI CONTROCANTO, anche essa nata da un seme dell'Officina, si spostarono per promuovere alcuni dei gruppi della vivace scena perugina di fine anni '90. (GRAFICO NEWSTONE, AMPLESSI COMPLESSI, SISMA e in seguito LIBRA). Ma questa è un'altra storia.
 
Le novità grafiche non erano però finite: la macchina creativa era stata messa in moto e, come in un loop perpetuo, non smetteva di elaborare varianti e modifiche al logo e al codice del portale. Il logo, ad esempio, subì un ulteriore cambiamento. Questa volta, l'ispirazione per il nuovo logo provenne dall'estetica di un registratore analogico 8 tracce a bobine, lo storico Fostex 80, da poco dismesso e trasformato in arredo per l'ufficio dove tenevamo le riunioni quotidiane. Il nuovo logo presentava un'animazione secondo lo standard Adobe Flash; le bobine, infatti, ruotavano dando l'impressione di una riproduzione continua del flusso audio in streaming. Graficamente, una bobina era posizionata all'inizio della scritta "radiophonica" e l'altra bobina, come nel secondo logo, sostituiva la lettera "O" di "radio" (Figura 3).
 
Consideravamo questo aggiornamento funzionale per rendere più equilibrata l'immagine che il portale richiedeva in quel momento, e anche per distribuire meglio le piccole icone dei più diffusi lettori player che l'utente poteva scegliere per ascoltare il flusso audio in streaming.
 
Successivamente, con l'introduzione dei nuovi standard che uniformarono la gestione dell'audio e l'abbandono del supporto Flash da parte dei browser, decidemmo di eliminare le piccole icone dei player non più necessarie e l'animazione delle bobine del logo (Figura 4).
 
Questi loghi, belli o brutti che siano, non solo rappresentano l'inventiva e l'ingegno artistico, ma simboleggiano anche il fervore e l'entusiasmo di un team di giovani, magari inesperti e ingenui, ma carichi di passione e desiderosi di condividere con il mondo le proprie visioni e idee.
 
Per ampliare la nostra efficace campagna promozionale, decidemmo di realizzare delle presentazioni video che illustrassero le variegate potenzialità offerte dal portale Radiophonica. La voce narrante che accompagnava i video fu quella di Giulia Zeetti. Durante quel periodo, il fonico residente dell'Officina, Alessandro Cuscinà, stava collaborando con Giulia alla creazione di brani originali. Alessandro propose una condivisione reciproca di passioni e risorse, basata su un'etica di collaborazione e sostegno reciproco. Giulia avrebbe potuto prestare la sua voce per descrivere il portale in cambio dell'uso dello studio di registrazione per lavorare ai progetti inediti su cui stavano concentrando le loro energie.
 
Considerando la nostra modesta abilità nel recitare un copione e l'eccellenza professionale di Giulia, questa proposta ci sembrò un'ottima idea. Alessandro e Giulia non solo fornirono un contributo prezioso in quella occasione, ma idearono anche i primi jingle che, ancora oggi, vengono utilizzati e trasmessi nel palinsesto giornaliero. Il loro apporto si rivelò quindi fondamentale sia per quel progetto specifico, sia per lo sviluppo di elementi distintivi duraturi nel tempo per la nostra attività.
 
Nella seconda metà degli anni 2000, periodo in cui gli smartphone erano ancora una novità lontana, ci equipaggiammo con dei video promozionali prodotti su supporto DVD. La scelta di questo formato era dettata dalla maggiore praticità nel riprodurre i contenuti su un computer rispetto all'utilizzo di Internet. Questi video avevano lo scopo di accompagnarci ad ogni incontro con potenziali sponsor o partner, istituzionali o meno, ai quali volevamo efficacemente mostrare l'importanza e il potenziale del nostro progetto in quel particolare momento storico.
 
Mantenere in sicurezza e aggiungere nuove funzionalità a un sito nato dal duro lavoro di sviluppo del codice da zero era diventato un'impresa sempre più complessa, richiedendo sempre più tempo, risorse
umane ed economiche. Questa sfida ci ha spinti a riconsiderare l'intero progetto informatico e a optare per l'adozione di un CMS che potesse darci una mano, grazie alla vasta comunità di sviluppatori pronti a offrire il loro supporto.
 
Dopo un'indagine dettagliata, abbiamo scelto di abbracciare il rinomato sistema Drupal. Ci siamo impegnati nel trasferire i dati e i contenuti dal vecchio sito al nuovo CMS, mentre lavoravamo al miglioramento dell'aspetto grafico. I moduli creati dalla comunità si integravano perfettamente con la nostra visione di gestione dei dati dei programmi radiofonici, delle news, del palinsesto e della creazione di pagine personalizzate da parte degli utenti.
 
Questa evoluzione ha portato a un significativo miglioramento nella valorizzazione e condivisione dei contenuti del portale, con programmi radio dedicati a varie forme d'arte e alla promozione degli artisti iscritti. Grazie a questa nuova tecnologia, abbiamo potuto integrare i software per gestire il palinsesto e lo streaming, rendendo più fluida la trasmissione dei programmi registrati e delle dirette live. Queste ultime, ora disponibili anche in formato video tramite il servizio ustream, introducendo una nuova dimensione all'Officina.
 
Ora, con gli studi completamente attrezzati a disposizione, potevamo trasmettere in video sia i programmi di discussione che le esibizioni musicali con interviste live. Questo significava non solo offrire agli utenti l'opportunità di ascoltare musica e seguire conversazioni interessanti, ma anche di essere parte attiva dell'esperienza, interagendo direttamente con gli artisti durante le esibizioni live.
 
Le dirette live rappresentavano un momento speciale, in cui la magia dell'arte si mescolava con la spontaneità dell'interazione dal vivo, creando un'esperienza coinvolgente e autentica che andava ben oltre la semplice fruizione passiva dei contenuti. Era un'opportunità unica per gli utenti di connettersi con i propri artisti preferiti, di fare domande, di condividere emozioni e di sentirsi parte di una comunità vivace e appassionata.
 
In questo modo, le dirette live non solo arricchivano il panorama artistico del portale, ma creavano anche un legame più profondo e autentico tra gli artisti e il loro pubblico, trasformando il semplice atto di ascoltare musica o seguire una discussione in un'esperienza condivisa e memorabile.
 
Questa narrazione intricata di visione, impegno, condivisione e innovazione ci trasporta in un epoca cruciale della storia di Radiophonica, in cui ogni passo rappresentava una sfida affrontata e una conquista celebrata. Il percorso dall'embrione del progetto BONK! alla piena realizzazione di Radiophonica è un testimone tangibile della determinazione e della resilienza di fronte alle sfide tecnologiche e sociali. È una saga che ci parla di coraggio, di creatività e di una fervida volontà di adattarsi e crescere in un panorama in continua evoluzione.
 
 
Radiophonica, già operativa nel 2007, si trovava a pieno regime in tutte le sue funzionalità. Tuttavia, ci siamo trovati di fronte a una necessità urgente: promuovere l'iniziativa per ottenere i fondi necessari a coprire almeno le spese per la trasmissione di materiale audio protetto da copyright e per la gestione della struttura informatica. Per affrontare questa sfida, abbiamo inizialmente cercato di promuovere il progetto presso diversi assessorati comunali. Purtroppo, nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a suscitare alcun interesse da parte loro. Non siamo stati in grado di comunicare efficacemente le potenzialità del progetto, nonostante il suo chiaro valore per la valorizzazione delle variegate forme culturali della provincia e della regione.
 
Nonostante le difficoltà affrontate, abbiamo esplorato vie alternative per promuovere il progetto. Ci siamo impegnati a presentare l'iniziativa ai responsabili dell'Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario, non solo con l'obiettivo di suscitare il loro interesse diretto, ma anche per ricevere consigli su come coinvolgere referenti politici o economici potenzialmente interessati alla collaborazione al progetto.
 
"Ragazzi, ho delle novità dall'Agenzia: vogliono che Radiophonica diventi un servizio e una radio per gli studenti universitari!" ci annunciò Tom una sera dopo una riunione."Davvero? Ma è fantastico! Finalmente un po' di supporto e visibilità" esultò Alessandro stringendomi il braccio con trasporto.
 
I dirigenti dell'Agenzia si sono immediatamente mostrati attratti dal progetto di Radiophonica e dalle sue potenzialità per gli studenti universitari. Considerando il mandato dell'agenzia che prevede anche la promozione della cultura e l'interazione sociale tra gli studenti, l'idea di una web radio dedicata avrebbe sicuramente offerto nuove opportunità di coinvolgimento nella vita universitaria. Si prospettavano stimoli e benefici tangibili per gli studenti, pensando a un progetto multimediale che rispecchiasse le loro esperienze, interessi e passioni.
 
Radiophonica sarebbe diventata un punto di riferimento per gli studenti, un luogo dove condividere idee, passioni e talenti. Una web radio gestita dagli stessi studenti avrebbe favorito l'integrazione e la creazione di una comunità più consapevole e unita.
 
Inoltre, considerando l'importanza crescente dei media digitali nell'istruzione e nella comunicazione, una web radio universitaria avrebbe offerto agli studenti l'opportunità di acquisire competenze pratiche nel campo della produzione radiofonica e della gestione dei contenuti online, preparandoli meglio per il mondo del lavoro moderno, sempre più digitale e multimediale.
 
Nel 2008 il progetto del portale è stato quindi ripensato seguendo le direttive dell'agenzia, che ha posto un'enfasi particolare sull'attiva partecipazione degli studenti universitari. In questo contesto, è stata istituita una redazione studentesca, in stretta collaborazione con l'associazione, affinché potesse guidare la creazione e la cura dei contenuti del sito e del palinsesto radiofonico. Questa redazione ha svolto un ruolo cruciale nel dare voce alle diverse prospettive e interessi degli studenti, contribuendo così a creare un ambiente inclusivo e dinamico.
 
Parallelamente alla redazione, sono stati avviati laboratori creativi, con il sostegno dell'Officina, volti a fornire agli studenti gli strumenti e le competenze necessarie per la produzione di programmi radiofonici di qualità. Attraverso queste iniziative, gli studenti hanno avuto l'opportunità di esplorare e sviluppare le proprie capacità creative, imparando ad utilizzare le tecnologie audio, video e a comunicare in modo efficace attraverso il mezzo radiofonico.
 
Inoltre, la redazione studentesca si è dedicata alla produzione di recensioni, articoli e contenuti originali, arricchendo così il portale con una varietà di contributi culturali e informativi. Questi contenuti hanno permesso agli studenti di esprimere le proprie opinioni su eventi culturali, opere d'arte,musica, film, libri e molto altro ancora, contribuendo così a promuovere una vivace cultura critica all'interno della comunità universitaria.
 
 
In definitiva, la presenza attiva della redazione studentesca, l'attività costante dei laboratori creativi e l'atmosfera collaborativa hanno indubbiamente svolto un ruolo fondamentale nella creazione di un portale vivace e coinvolgente, riflettendo appieno la varietà e la dinamicità della comunità studentesca universitaria e offrendo un'esperienza autentica e appassionante per tutti coloro che vi partecipano.
 

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