Scajola piange. Berlusconi lo molla.

Scajola piange. Berlusconi lo molla.

Silvio è un playboy, è risaputo. Ma, ogni tanto, qualcuno deve pur lasciarlo. Dopo le vicende in casa Pdl con Fini, che non avevano nulla da invidiare a quelle di casa Vianello (pace all'anima sua), il Premier ne ha mollato un altro, Scajola.
Poi, si sa, ognuno la vive in maniera diversa. C'è chi grida, come Gianfranco, c'è chi piange, come Claudio.
L'ormai ex ministro per lo Sviluppo Economico, infatti, lascia in lacrime il suo ministero e continua a chiedersi il perchè dell'abbandono. E' un cane bastonato. Non riesce proprio a spiegarsi perchè Berlusconi non abbia riservato per lui lo stesso trattamento che, invece, si ebbe per Bertolaso (vicenda in cui i protagonisti erano gli stessi), ma anche per Verdini e per Letta. Già giovedì scorso, quando i giornali pubblicavano notizie della vicenda, Scajola aveva trovato un Silvio "freddo" ad accoglierlo a Palazzo Grazioli. Ma, dopo, al ritorno dalla Tunisia, l'ex ministro sembrava convinto a resistere. Poi, ha letto il "Giornale". E ha capito che i suoi avevano dato forfait. Insomma, che il quotidiano governativo tolga le speranze dopo la lettura, è una sensazione che capita a tutti, ma che capiti anche ai suoi ministri questo è un po' strano. E ha ragione Scajola a porsi delle domande. Chi è che voleva farlo fuori? E perchè? E' sempre stato l'uomo del nucleare, mente essenziale nella costruzione di Forza Italia, avversario del tremontismo. Cos'ha fatto di così sbagliato da essere eliminato? O meglio, cos'ha fatto di diverso? San Bertolaso ne è uscito più o meno pulito, perchè lui viene mandato a casa? E' lo stesso ex ministro a rifletterci, e non trovando sufficienti risposte in Italia, vola all'estero. Saranno stati i Francesi per la politica del nucleare, o gli Americani per gli accordi con Putin. Ora, con tutto il rispetto per Scajola, ma forse si sta un attimo sopravvalutando. America e Francia avranno altro a cui pensare che far in modo di cacciare proprio lui. Ad ogni modo, su una cosa ha ragione, qualcosa non torna.
Comunque, non è la prima volta che viene mandato a casa. In qualità di sindaco di Imperia nel 1995 fu ammanettato per degli appalti del casinò di Sanremo, poi fu ripescato da Berlusconi. Nel 2002 dovette dimettersi per le dichiarazioni su Biagi: "Era un rompicoglioni", disse. Anche allora, poi, ritornò trionfante da dietro la lavagna.
Quanto durerà, quindi, questa volta la punizione?

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Politica Nazionale