Scende Berlusconi ma che fa?
Secondo i sondaggi Demos compiuti negli scorsi giorni su un migliaio di persone, il risultato del premier sarebbe addirittura peggiore di quello andato in onda a Ballarò e che ha tanto suscitato l’ira del Presidente del Consiglio. La fiducia non è mai stata così bassa dalla primavera del 2008, quindi dall'inizio del Governo. I voti su Berlusconi calano di 6 punti rispetto a quattro mesi fa, e di 10 rispetto a un anno fa. E sette nell’ultimo mese. Tremonti, invece, nonostante una finanziaria criticata, rimane più in alto. E questo perché la crisi, che esiste, è venuta a galla e l’opinione pubblica pare abbia capito che nasconderla non ha fatto altro che peggiorare le cose. Ma, per sua fortuna, anche all’opposizione non stanno messi bene. Come al solito.
Qui si ripropone tutto il problema della lettura dei sondaggi, materia in cui il Premier ha una certa dimestichezza. Basti ricordare i suoi numeri "dittatoriali", i 60, i 70 percento che propina ad ogni intervento. Scemenze in realtà. Ma lui i numeri non li inventa, li interpreta e li lascia interpretare come preferisce. E' facile sparare numeri senza parametri. Bisogna sapere a chi vengono fatte le domande, a quante persone, con quali opzioni di scelta, e forse, dopo tutto questo, è possibile farsi un'idea reale del sondaggio.
Poi, a suo indubbio favore, gioca il fatto che dall'altra parte della staccionata, all'opposizione, non ci sia nessuno degno di nota. E le mancanze dell'altra parte, fanno sì che persino le percentuali calate del 10 percento, siano comunque segno di approvazione nei confronti del Premier da parte dell'opinione pubblica.
Un po' come gli elettori di destra si sa che ci sono, ma non si riescono ad individuare, così l'elettore di sinistra si sa dov'è, ma ora come ora, fatica ad ammettere il proprio voto. Utile. Anche il voto.