Se l'Italia di Monti fosse un film, 4 risate tra amici

Se l'Italia di Monti fosse un film, 4 risate tra amici

Beppe Severginini lo dice in apertura: al Festival ci sono anche i momenti meno seri e questo è uno di quelli. Due giornalisti, uno italiano e uno francese giocano a paragonare alcuni aspetti e personaggi dell'Italia a film famosi. Il tutto nasce da una provocazione del francese, Philippe Ridet de Le Monde, che parlando qualche mese fa con Severgnini paragonava l'Italia di Monti a Twilight, perchè questi professori, ai più sconosciuti sono emersi dall'anonimato come i vampiri dalle tombe, L'Italia dei Monti viventi. E così per la successiva oretta e mezza, il gioco è stato quello di paragonare l'Italia, ministri o situazioni nazionali a diversi film. In un articolo sul Financial Times Severgnini ha chiamato il nostro presidente del consiglio “Mary(o) Poppins Monti” perchè come la tata inglese è arrivato trasportato da un vento negativo (spread) e ha messo in riga i bambini (italiani) figli di un banchiere. Monti per Ridet è 9 settimane e mezzo, il tempo in cui la luna di miele tra l'Italia e Monti è durato. Ora è diventato più “Ricomincio da capo” perchè come Bill Murray nel film si ritrova a rivivere costantemente lo stesso incubo/problema. Ma per Severgnini è anche Lost in translation per la difficoltà di comunicare all'estero le nostre beghe tutte interne. Brutti sporchi e cattivi è il titolo che dal giornale hanno suggerito a Ridet per raccontare la vicenda Lega e tutti i retroscena più particolari. Mentre il Signore degli Anelli, ma anche il Gioiellino sono i film per raccontare la vicenda secondo Severginini. E la spiegazione del Gioiellino è alquanto interessante, paragonando la situazione Parmalat, nata e cresciuta in una città come Parma che è una perla italiana, di tranquillità, serenità e sviluppo, ma dove la rete di conoscenze e di amicizie ha fatto chiudere troppi occhi e permettere il svilupparsi di una situazione così complicata. Una struttura molto replicabile in piccole città, dove controllori e controllati troppo spesso si conoscono e si frequentano.
Su Beppe Grillo i due si lasciano andare, criticandolo apertamente, paragonandolo a Berlusconi per il suo aspetto spettacolare, ma temendo le critiche e temendo di ritrovarsi grillini in sala, mettono più e più volte le mani avanti. Forse un po' troppo, come se fosse pericoloso criticare Grillo e anche questo in una democrazia non è molto normale. Grillo si può criticare e va criticato. Come ricorda Severgnini Grillo come Berlusconi parla per video messaggi, fa soliloqui e non dialoga con nessuno. I suoi comizi sono degli show e i suoi affezionati, sono fedeli come i Berlusconiani. Ma un film non sono riusciti a trovarlo. Il momento più ilare è il paragone di Silvio e i Berlusconiani vari a Hacicho il film in cui un cane, non capendo che il padrone è morto, lo aspetta tutti i giorni alla stazione. Quel cane per Ridet è Bondi o la Minetti, tutti in attesa di un suo ritorno. La tempesta perfetta è invece il film scelto da Severgnini. Perchè solo una tempesta perfetta potrebbe portare ad un ritorno in pista di Berlusconi nella nostra scena politica.
Un incontro assolutamente piacevole e in cui serietà e divertimento riescono a trovare una buona sintesi. E il gioco, anche se non sempre riuscito, soprattutto da parte di Severgnini che fa i paragoni solo sulla base dei titoli e non della trama.

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