Tu chiamale se vuoi…emozioni
Non sappiamo se c’è un’affinità nella scelta del testo ma è piacevole comunque ricordare Battisti nel brano “Emozioni” in quantosì percepiscono tratti dell’animo umano.
Tu chiamale se vuoi…emozioni. Questo è il titolo dell’incontro in chiusura del Tic Festival 2024 sul tema della divulgazione del benessere psico fisico e come viviamo le emozioni. Se ne parla presso il cinema Politeama di Terni con l’attore Pierpaolo Spollon di cui si segnala l’ironia e l’autoironia del personaggio. Applausi in platea per Riccardo Bonvegna in Doc – Nelle tue Mani.
«Non riconoscere le emozioni, cadere in depressione, andare in confusione». Qualsiasi cosa nell’arte parla di emozioni e il suo spettacolo nasce dalla necessità di mettere qualcosa di artistico.
Riflessione… attivare le cellule specchio
«Se guardate la scena di un film, leggete una poesia, sentite una canzone, le cellule specchio si attivano e provate delle emozioni e le proiettate nella vostra vita e provate a farvi qualche domanda».
L’importanza di recuperare il tempo, semplicemente fermarsi e capire ciò che proviamo, chi siamo. I social sono privi di stimoli ed è nota la tendenza di spendere una quantità di ore sul display. Sorge spontanea una domanda: c’è un limite ai rapporti umani? I punti di incontro e la necessità di confronto diminuiscono.
L’ incontro prosegue ricco di spunti e indaga l’interiorità dell’essere umano. Le emozioni sono prettamente personali e non sono tutte uguali, l’attore asserisce: «Nel mio spettacolo parlo di come tante emozioni che noi proviamo non le riconosciamo perché non gli abbiamo mai dato un nome, perché non ci hanno mai insegnato a chiamarle». Provare un’emozione e riconoscerla, darle un nome: «Sono tanti i casi di depressione per cui non si riconoscono le emozioni, è una questione di educazione».
In conclusione, sì osserva la necessità di tornare un po’ alla normalità senza lasciarsi influenzare dalla perfezione, magari cambiando sguardo: «Rispettiamo i ruoli. Il vostro slogan è molto bello: cambiare il mondo un post alla volta. C’è la necessità di assumersi una certa responsabilità su quello che si fa, è una cosa della quale ormai siamo sprovvisti».
A cura di Adele Angelosanti.