Università: iscrizioni a picco e niente lavoro.

Università: iscrizioni a picco e niente lavoro.

In Italia vanno a picco le iscrizioni all'università e per i laureati che concludono gli studi è veramente un'impresa trovare lavoro. Questa è la poco incoraggiante immagine della situazione italiana su studio e lavoro dipinta da due ricerche (una fatta da Almalaurea e l'altra dal Consiglio universitario nazionale). Dati alla mano le iscrizioni all'università sono calate del 5% nell'ultimo anno, anche se ci sono differenze notevoli fra le varie facoltà. Ad esempio al nord le facoltà scientifiche vanno meglio rispetto al sud e al centro. Ma, indipendentemente dal corso di studi, l'anno scorso solo 6 neolaureati su 10 hanno deciso di continuare la loro avventura fra i banchi. E naturalmente, nella crisi generale a soffrire di più sono gli atenei di piccole dimensioni, quelli che arrivano a stento a 10mila studenti. Caso particolare è invece quello degli atenei privati, che, andando in controtendenza, registrano un +2% di iscrizioni. Chissà perchè.
Comunque, se la situazione non è delle migliori dal punto di vista dello studio, non si migliora di certo in ambito lavorativo. Da entrambe le ricerche sopra citate, emerge infatti che i laureati non vanno proprio a ruba nel mercato del lavoro. Anzi, non vanno proprio. La disocuppazione infatti è aumentata nel 2010, toccando picchi del 16% fra i laureati dei corsi triennali e del 18% fra quelli delle lauree specialistiche.Collegato al fattore disoccupazione c'è poi il fenomeno del lavoro nero, del quale sempre più neolaureati si accontentano, anche perchè il lavoro cosiddetto "stabile" ha subito una contrazione che oscilla fra il 35% e il 46% (a seconda del tipo di laurea).
Non c'è che dire,siamo messi proprio bene.

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