In vista di un accordo per gli aiuti greci: in cambio lacrime e sangue.
E’ stato finalmente raggiunto l’accordo tra Unione europea, Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea: si prevede lo stanziamento di aiuti per un tetto massimo di centoventi miliardi in tre anni. Ma la contropartita in cambio degli aiuti è stata durissima: saranno infatti bloccati per ben tre anni gli emolumenti dei lavoratori pubblici. Ma non saranno questi gli unici sacrifici che dovrà sopportare la Grecia. Il Presidente del Consiglio greco, Papandreou, ha infatti affermato che l'intesa è stata raggiunta ma solo al prezzo di grandi sacrifici per il paese. Queste misure però dovranno esser approvate prima dal Parlamento ateniese: la Grecia dovrà infatti tagliare di circa 30 miliardi il suo deficit, riducendo drasticamente la spesa pubblica, in particolare stipendi e pensioni, questo è l’unico modo per riportarlo al di sotto del livello del 3% del Pil, entro il 2014.
Ma non finisce qua: il Governo avrà bisogno di maggiori entrate, che gli saranno garantite dall’aumento dell’IVA al 23%; dall’introduzione di nuove tasse su alcool, sigarette, scommesse e benzina. Il Fmi, insieme alle istituzioni dell’Ue e alla Bce valuteranno ogni tre mesi l'avanzamento del programma di risanamento finanziario greco. Come hanno notato molti economisti però, questa politica di austerity in un momento di stagnazione economica non farà che aggravare la crisi economica. La situazione greca ha cominciato ad attirare l’attenzione dei Governi di tutto il mondo dopo le elezioni di ottobre, quando i socialisti saliti al potere hanno rivelato che i bilanci ereditati dall'precedente esecutivo, quello guidato dal conservatore Karamanlis, erano di gran lunga peggiori di quanto certificato dall'istituto nazionale greco di statistica, che dipendeva direttamente dal Governo.