Winston VS Churchill al Teatro Morlacchi

Winston VS Churchill al Teatro Morlacchi

Giuseppe Battiston incontra la figura di Churchill, la porta in scena, la reinventa attraverso la magia del teatro, da venerdì 6 a domenica 8 dicembre, al Morlacchi di Perugia, in WINSTON VS CHURCHILL.
Lo spettacolo tratto da “Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo G. Gabardini, è diretto da Paola Rota e vede in scena anche l’attrice Lucienne Perreca.
È più semplice di quello che sembra. In assenza di maestri viventi, chi potrebbe finalmente spiegarci che è una follia credere che la politica sia di per sé un male, e che ha invece un ruolo fondamentale nelle democrazie di oggi? 
E chi potrebbe spiegarci che l'Europa è il piano lungimirante scaturito da due sanguinose guerre mondiali e dunque tocca diventare fieri di essere europei? Chi? Winston Churchill! Morto da più di cinquant'anni, ma vivo come non mai nel racconto travolgente di un autore che mentre lo scopre se ne innamora e gli chiede aiuto. 
Churchill è un po' il nonno di tutti noi europei, un nonno che tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta senza mai arrendersi, si dà sempre al cento per cento, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto per giorni o mentre fa uno dei suoi due quotidiani bagni caldi. Conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che sembrano tweets: “Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”.
Fu primo ministro, passò il proprio sessantanovesimo compleanno all'ambasciata di Teheran assieme a Stalin; nel 1930 in un discorso parlò di Stati Uniti d'Europa, vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 e aveva un'àncora come quella di Braccio di Ferro tatuata sull'avambraccio. Insomma, uno da stare ad ascoltare, uno di cui essere fieri, uno che ti fa sentire forte e felice di essere europeo. Perché se è vero che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora, è bene che diventi un vizio, nella speranza che sia difficilissimo poi smettere.
È possibile che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? Un uomo fatto come gli altri, con un corpo uguale agli altri, le cui giornate sono costituite da un numero di ore che è lo stesso di quelle degli altri. Cosa lo rende capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere e della politica, di non soccombere agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il contesto? Il coraggio? La forza intellettuale? 
 
Queste domande ci guidano nell’interesse per un uomo sicuramente non qualunque, un uomo, un politico che è un’icona, quasi una maschera: Winston Churchill per certi versi è il Novecento, è l'Europa, forse è colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l'umanità dall'autodistruzione durante il bellicoso trentennio che va dal 1915 al 1945.