Il fuori sede.
la vita dello studente fuori sede, si sa, è funestata da migliaia di insidie. una di queste è rappresentata dalla mancanza di soldi causa precoce sputtanamento durante il sabato sera.
come rimediare dunque alla mancanza di liquidi (inteso come soldi ma anche come casse d'acqua perchè se non hai soldi come fai a comprare l'acqua? ma a questo punto anche qualsiasi altro liquido, che so io, la coca cola o la birra ma vabè non divaghiamo)?.
orbene, qui nasce l'intuizione dello studente medio universitario fuori sede il quale, preso dai morsi della fame causa assenza di spiccioli, preso dai morsi dei suoi coinquilini che stanno per staccargli un braccio causa dispensa vuota, preso dai sensi di colpa per aver speso tutto il patrimonio mensile che i genitori, con sudore, versano sul suo miserabile post-pay, inizia ad inventare stratagemmi vari per evitare di morire di fame.
il primo problema da risolvere è quello di trovare dello zucchero, composto organico della famiglia dei carboidrati che, assunto in dosi notevoli, evita lo svenimento. come reperire dello zucchero se non si hanno neanche gli occhi per piangere, figuriamoci qualche soldo per comprarlo? bene, la soluzione ce la da andrea (nome di fantasia) il quale ci racconta che, in periodi di forte crisi economica causa sempre sputtanamento dei soldi paterni, andare in un bar situato nelle vicinanze della propria abitazione e prendere dal bancone manciate e manciate di bustine di zucchero potrebbe rappresentare una soluzione ottimale, efficiente e chi più ne ha più ne metta. unica controindicazione: cercate di non far innervosire il proprietario del bar; al suo primo segno di nervosismo scappate con la refurtiva e cambiate immediatamente bar per il rifornimento del suddetto prodotto dolciastro.
altro problema molto serio da risolvere è rappresentrato dalla presenza nella dispensa di un solo pugno di riso che sicuramente non basterà a saziare il nostro povero eroe e che tra l'altro dovrà essere condito con niente ragion per cui, lo studente, preferirà provare la morte piuttosto che quel pugno di riso amaro. 'e ora cosa faccio?' pensa il nostro eroe. 'mi autoinvito a casa di amici?', ripensa lo studente ma questa ipotesi viene scartata perchè non vuole così facilmente reperire del cibo. cosa fare dunque?? come riuscire a mangiare magari fregando qualcuno che di soldi ne ha a bizzeffe???? 'qui ci vorrebbe l'ente pubblico!' pensa il fuori sede.
qui, dunque, arriva la soluzione che prende il nome di 'freghiamo la mensa'. il giovine studente, disperato e ormai completamente disidratato e mal nutrito, si ritrova all'ingresso della mensa alla ricerca di qualche anima pia che, tesserino alla mano e portafogli pieno, possa gentilemnte offrirgli un succulento assaggio di primo nella locale mensa universitaria, fregando dunque l'ente pubblico che fornisce cibo per due al prezzo di uno, tiè.
trovata l'anima pia, pronta a sacrificarsi per la causa della sopravvivenza del fuori sede, l'altro problema che sorge è quello di non farsi scoprire dai temibili cassieri della mensa dislocati in vari punti del locale refettorio che, con il loro sguardo inquisitore, potrebbero fulminarti qualora dovessero accorgersi del tuo piano truffaldino. cosa fare dunque? il fuori sede, con grande disinvoltura, si posiziona in fila come tutti gli altri suoi colleghi muniti di soldi e, facendo finta di niente, indica al suo compare cosa vorrebbe mangiare proprio in quel preciso istante. il compare, munitosi di due vassoi (mi raccomando, uno sopra l'altro), di due forchette (mi raccomando, una sopra l'altra) e di due coltelli (qui non saprei che dirvi), fa scorta di ogni bene di prima necessità: yogurt scaduti, uova sode ma non troppo, primi piatti brodosi e secondi di carne morta più un contorno di carote bollite, il tutto al modico prezzo di 4,50 euro. arrivati alla cassa si consuma il delitto nei confronti del cassiere e dell'ente pubblico. come riuscire a nascondere all'occhio vigile del cassiere la presenza del doppio vassoio? ecco che di nuovo il nostro fuori sede deve fare sfoggio del suo genio per evitare il disastro attirando su di se l'attenzione dell'intera mensa e permettendo al suo complice\compare di passare inosservato col doppio vassoio. superato questo terribile scoglio, i due finalmente possono mangiare ciò che la mensa offre loro, rimpiangendo però quel misero pugno di riso che, sicuramente, sarebbe stato molto più saporito del primo, del secondo e del contorno della mensa.
ci sono poi altri problemi che lo studente fuori sede deve affrontare dovuti alla mancanza di soldi ma il mio tempo a disposizione termina qui. se, voi giovini studenti, avete altre dritte da dare ai vostri colleghi che si trovano in difficoltà economiche, fatelo pure su questo spazio. migliaia di poveri studenti, intenti a sperperare il patrimonio di famiglia per svolgere la funzione di collante sociale, vi ringrazieranno a vita.