La donna e il mestruo.
Giorni fa avevo lanciato un sondaggio (http://www.radiophonica.com/node/3533) circa la canzone più opportuna da dedicare alla donna mestruata. Tra le possibili risposte, cinque canzoni, italiane e straniere, tutte ricollegate al tema 'donna+mestruo'. Il risultato di tale sondaggio è palese e la vittoria va alla canzone di Michele Zarrillo 'Cinque giorni che ti ho perso'. Onore al vincitore dunque.
La domanda ora però sorge spontanea: perchè si sentiva l'esigenza di dedicare un sondaggio alla donna mestruata? Ma soprattutto, perchè i cinque cantanti\gruppi in esame hanno deciso di dedicare una canzone a questo tema?
Rispondo alla prima domanda.
L'esigenza di dedicare un sondaggio di questo tipo alla donna nasce dalla volontà di omaggiare il gentil sesso soprattutto nel momento più difficile della sua vita, momento che ciclicamente ricorre ogni 28\29 giorni e che comporta la perdita di grossi flussi di sangue misto a grumi e ovaie: un pasticcio rosso insomma. In quei giorni lì la donna diventa intrattabile, schiva, ormonalmente instabile e psicologicamente labile. Ogni cosa che la circonda diventa per lei sinonimo di incazzatura col mondo intero. La rabbia e la perfidia che la donna esprime in quei particolari giorni viene ovviamente riversata sul maschio, inutile esemplare scimmiesco che proprio in quei giorni lì vorrebbe approfittare dell'organo di riproduzione femminile. Per ovvie ragioni che sarebbe inutile spiegare ai più, la donna non si concede e oppone fortissima resistenza alle continue avances del maschio che però imperterrito continua a provocare la donna con frasi del tipo 'fammi navigare nella tua palude', 'facciamo un giro nel mar rosso', 'posso arginare la tua diga'. La donna, in preda a copiose perdite di sangue, decide di ignorare il maschio e di rinchiudersi in se stessa, ascoltando canzoni deprimenti di biagio antonacci e scrivendo strane storie sul suo diario segreto. Il maschio invece, sconfitto dalla resistenza della donna, si rinchiude in bagno e da libero sfogo alle sue pulsioni sessuali. Tutto questo caos si ripete per i cinque giorni di mestruo in cui per l'appunto non si tromba, non si esce, si sprecano milioni di assorbenti che inquinano il mondo intero e soprattutto non si tromba. Sfortunatamente per alcuni uomini il mestruo della donna può durare anche più di cinque giorni. Leggende metropolitane narrano di donne con ciclo devastante della durata di una settimana o addirittura di donne col ciclo super-devastante della durata di 15 giorni, con conseguente collasso della donna stessa e con conseguente distaccamento dell'uccello del maschio, causa uso fin troppo ripetuto durante la masturbazione autoprodotta e indotta. Passati i giorni di mestruo, ecco però che finalmente risplende il sol, sia per la donna che per il maschio. Non appena il mestruo passa infatti, ecco tornare nella donna l'antica pulsione sessuale che le permette di avvicinare l'uomo, di guardarlo con occhio spermatico e di accalappiarlo per soddisfare i suoi più reconditi sogni erotici, con somma soddisfazione del maschio, s'intende.
Dopo aver cercato di dare risposta alla prima domanda (ma anche no eh), mi vedo costretto a tralasciare la seconda per un motivo ben preciso: non ho la più pallida idea di cosa scrivere, ragion per cui chiudo tutto e buonanotte.