non esiste più il futuro di una volta.

non esiste più il futuro di una volta.

esistono parole che, se ascoltate per bene, possono lasciare un segno indelebile nella vita di ogni uomo. parole spontanee, pensate e dette col cuore, come si dice in questi casi.
esistono parole che meritano attenzione e che, se messe insieme, formano una storia.
storie di ragazzi che si ritrovano a far parte di un gruppo, che condividono gioie e speranze, ansie e timori, successi e insuccessi, sogni.
far parte di un gruppo vuol dire condividere emozioni, storie, cazzate, impressioni, pensieri, parole, gesti, fatiche, screzi. i cinque giorni appena trascorsi del festival del giornalismo mi hanno fatto capire l'importanza della parola condivisione. l'impegno di tutti volto alla realizzazione non di una mera soddisfazione personale ma verso la comune gratificazione, quella che ti fa sentire parte di qualcosa che senza i vari simone, corrado, nicola, rossella, riccardo, mattia, michela, giulia, francesco e via dicendo, non esisterebbe.
in un gruppo ognuno racconta la sua storia, vomita le sue parole e l'insieme di queste storie e di queste parole fortifica il gruppo stesso. storie e parole rendono un gruppo vario, eterogeneo, diverso, bello. quello che è successo in questi ultimi cinque giorni ha un non so che di speciale. ragazzi che lavorano senza sosta, senza soldi e soprattutto senza pretendere nulla in cambio solo perchè si crede in qualcosa, in un progetto, in delle parole, in una storia, in un gruppo.
mai come ora mi sento parte di un qualcosa che prima, forse, stentava ad uscire fuori.
forse è vero che non esiste più il futuro di una volta. è sicuramente difficile ora riuscire addirittura a pensare ad un futuro. solo se continueremo a restare gruppo, con tutte le difficoltà del caso, riusciremo non solo ad avere un futuro ma, sicuramente, a crearlo più bello di quanto ognuno di noi ora possa immaginare.
radiophonica rulez!

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