Alla scoperta del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+)

Alla scoperta del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+)

Il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), istituito con Reg. UE 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, è lo strumento dell'UE dedicato agli investimenti nel capitale umano, il suo obiettivo è conseguire livelli alti di occupazione, una protezione sociale equa e una forza lavoro qualificata e resiliente.
La dotazione finanziaria per l'attuazione del FSE + è di 99,3 miliardi di € (a prezzi correnti) per il periodo 2021-2027 per tutta l'UE. Nel precedente periodo 2014-2020 in Umbria, il valore dei finanziamenti è stato di circa 237 milioni di euro, attendiamo di conoscere la cifra per i prossimi 7 anni.

 
Gli sviluppi recenti e in corso hanno aggravato le sfide strutturali che hanno come origine la globalizzazione dell'economia, le disuguaglianze sociali, la gestione dei flussi migratori e l'incremento delle minacce per la sicurezza, la transizione all'energia pulita, i cambiamenti tecnologici, il calo demografico, la disoccupazione, in particolare la disoccupazione giovanile e il sempre maggiore invecchiamento della forza lavoro, nonché le sfide derivanti dai crescenti squilibri tra domanda e offerta di competenze e di manodopera in alcuni settori e regioni, di cui risentono soprattutto le piccole e medie imprese (PMI). L'obiettivo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) è aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi causata dalla pandemia di COVID-19, a conseguire livelli elevati di occupazione e una protezione sociale equa, nonché a sviluppare una forza lavoro qualificata e resiliente, pronta per la transizione verso un'economia verde e digitale.
 
L'FSE+ è il principale strumento dell'UE dedicato agli investimenti nelle persone. Il FSE+ dovrebbe puntare a promuovere l'occupazione tramite interventi attivi che consentano l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro, in particolare dei giovani, specialmente attraverso l'attuazione della garanzia per i giovani rafforzata, dei disoccupati di lungo periodo, dei gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro e delle persone inattive, nonché tramite la promozione del lavoro autonomo e dell'economia sociale. Il FSE+ dovrebbe inoltre puntare a migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro sostenendo la modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro come i servizi pubblici per l'impiego, al fine di migliorare la loro capacità di fornire maggiore consulenza e orientamento mirati durante le fasi di ricerca di un lavoro e di transizione verso l'occupazione e di potenziare la mobilità dei lavoratori.
 

STORIA: 
L'FSE è stato il primo fondo strutturale. Nei primi anni, ovvero fino al 1970, esso rimborsava agli Stati membri la metà del costo delle indennità corrisposte per la formazione professionale e il reinserimento dei lavoratori colpiti da processi di ristrutturazione economica. Complessivamente, durante il periodo in questione, il Fondo ha fornito assistenza a oltre due milioni di persone. Nel 1971 una decisione del Consiglio ha incrementato in modo sostanziale le risorse del Fondo, mentre nel 1983 una nuova riforma a norma della decisione 83/516/CEE del Consiglio ha incentrato nuovamente l'attenzione sulla lotta contro la disoccupazione giovanile e sull'assistenza alle regioni più bisognose. Integrando nel trattato che istituisce la Comunità europea l'obiettivo della coesione economica e sociale all'interno della Comunità, l'Atto unico europeo del 1986 ha preparato il terreno per una riforma globale che mirava fondamentalmente a introdurre un approccio coordinato nell'ambito della programmazione e del funzionamento dei fondi strutturali. Il trattato di Maastricht ha esteso il campo di applicazione del sostegno dell'FSE includendovi «l'adeguamento alle trasformazioni industriali e ai cambiamenti dei sistemi di produzione». Nel successivo periodo di programmazione (1994-1999) i finanziamenti destinati alla coesione economica e sociale sono raddoppiati.
Nell'ambito dell'Agenda 2000, il quadro globale dei fondi strutturali è stato semplificato per il periodo di programmazione 2000-2006. L'FSE, con una dotazione di 60 miliardi di EUR, si è visto affidare la duplice responsabilità di contribuire sia alla politica di coesione che all'attuazione della strategia europea per l'occupazione (2.3.3). Solo un'iniziativa comunitaria è stata cofinanziata, ovvero EQUAL, incentrata sul sostegno di progetti innovativi e transnazionali volti a combattere le discriminazioni e gli svantaggi sul mercato del lavoro.
Per il periodo di programmazione 2007-2013 sono rimasti solo tre fondi strutturali: l'FSE, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione. Insieme avevano la funzione di conseguire gli obiettivi di convergenza (81,5% delle risorse), di competitività regionale e occupazione (16% delle risorse) e di cooperazione territoriale per la promozione di uno sviluppo armonioso nell'intera UE (2,5% delle risorse).
Le risorse dei fondi strutturali vengono ripartite tra gli Stati membri in base a una formula che tiene in considerazione la popolazione (e la sua densità), la prosperità regionale e i livelli di disoccupazione e di istruzione, e che è oggetto di negoziazione tra gli Stati membri contemporaneamente al quadro finanziario pluriennale (QFP) di un determinato periodo. Una delle principali caratteristiche dei fondi strutturali è il principio di addizionalità, in base al quale gli Stati membri non possono utilizzare i fondi strutturali per sostituire spese interne che avrebbero programmato in ogni caso.
Nel periodo 2007-2013 l'FSE, congiuntamente ad altri strumenti finanziari della politica di coesione dell'UE, ha svolto un ruolo chiave nell'ambito del piano d'azione per la ripresa europea adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2008.
I cinque fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020, vale a dire il FESR, l'FSE, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, erano disciplinati da un insieme di norme comuni. I regolamenti specifici di ciascun fondo definivano inoltre le aree di intervento e altri dettagli. Il regolamento (UE) n. 1303/2013, del 17 dicembre 2013, definiva principi, disposizioni e norme comuni ai fini dell'attuazione dei cinque fondi. Il regolamento (UE) n. 1304/2013, del 17 dicembre 2013, definiva i compiti dell'FSE, compreso l'ambito di applicazione del suo sostegno nonché le disposizioni specifiche e i tipi di spese che possono beneficiare dell'assistenza.
Con una dotazione pari a 74 miliardi di EUR (rispetto ai 75 miliardi di EUR programmati per il periodo 2007-2013), l'FSE ha cofinanziato programmi operativi nazionali o regionali attuati nell'arco dei sette anni del QFP 2014-2020, proposti dagli Stati membri e approvati mediante decisione della Commissione. Esso era incentrato sui seguenti quattro obiettivi tematici:
 

promuovere un'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori;
promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà e la discriminazione;
investire nell'istruzione, nella formazione e nella formazione professionale finalizzata alle competenze e all'apprendimento permanente;
rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente.

 
Per il periodo 2014-2020 il ruolo dell'FSE è stato rafforzato mediante l'assegnazione a tale fondo di una quota minima giuridicamente vincolante pari al 23,1% delle risorse totali destinate alla coesione. Ogni anno, l'FSE ha aiutato circa 10 milioni di persone a trovare un lavoro o a migliorare le proprie competenze in modo da trovare un lavoro in futuro.
Il 29 maggio 2018 la Commissione ha adottato la proposta di regolamento recante disposizioni comuni (RDC) per il periodo 2021-2027. Il 14 gennaio 2020 l'RDC è stato modificato mediante una proposta della Commissione per includere il Fondo per una transizione giusta; il 28 maggio 2020, all'inizio della pandemia di COVID-19, sono state proposte ulteriori modifiche. Nel primo trimestre del 2021 è stato aggiunto un accordo politico sull'RDC.
L'RDC stabilisce le norme finanziarie per otto fondi in regime di gestione concorrente, vale a dire l'FSE+, il FESR, il Fondo di coesione, il Fondo per una transizione giusta, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, il Fondo Asilo, migrazione e integrazione, il Fondo sicurezza interna e lo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti. Inoltre, contiene disposizioni comuni applicabili ai primi cinque fondi menzionati, compreso l'FSE+. Tuttavia l'RDC non si applica alla componente Occupazione e innovazione sociale dell'FSE+, in quanto è in regime di gestione diretta e indiretta.
L'FSE+ OGGI:
Il 2 maggio 2018 la Commissione ha presentato la sua proposta relativa al QFP 2021-2027. La proposta prevedeva un Fondo sociale europeo Plus (FSE+) rinnovato con una dotazione di bilancio di 101 miliardi di EUR. L'FSE+ sarebbe stato accorpato con l'FSE, l'IOG, il FEAD, il programma dell'UE per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) e il programma dell'Unione in materia di salute. Nel contesto della crisi della COVID-19, la Commissione ha annunciato che nel prossimo QFP sarà inserito un programma specifico per la salute denominato programma «UE per la salute».
Il 28 maggio 2020, nell'ambito del QFP riveduto per il periodo 2021-2027 e del pacchetto per la ripresa, la Commissione ha pubblicato un regolamento relativo all'FSE+ modificato con una dotazione complessiva di 97,3 miliardi di euro (86,2 miliardi di euro ai prezzi del 2018). Il 4 aprile 2019, durante l'ottava legislatura, il Parlamento ha formulato la sua posizione in prima lettura e il 28 gennaio 2021 è stato raggiunto un accordo politico a livello interistituzionale. La dotazione complessiva dell'FSE+ ammonta a 88 miliardi di EUR ai prezzi del 2018. Tra gli obiettivi specifici dell'FSE+ rientrano:
 

il sostegno a favore dei settori d'intervento dell'occupazione e della mobilità del lavoro, nonché dell'istruzione e dell'inclusione sociale, in particolare contribuendo all'eliminazione della povertà e dunque all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali;
il sostegno alle transizioni verde e digitale, alla creazione di posti di lavoro attraverso le competenze per la specializzazione intelligente e al miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione;
il sostegno a favore di misure temporanee in circostanze eccezionali o inusuali (ad esempio, il finanziamento di regimi di riduzione dell'orario lavorativo non abbinati obbligatoriamente a misure attive o l'accesso all'assistenza sanitaria, anche per le persone che non sono direttamente vulnerabili dal punto di vista socioeconomico).

 
Tra le disposizioni relative all'FSE+ figurano le seguenti:
 

tutti gli Stati membri devono affrontare il problema della disoccupazione giovanile nei propri programmi di spesa; negli Stati membri in cui il numero di NEET è superiore alla media UE, il 12,5% del fondo sarà impiegato per combattere la disoccupazione giovanile;
almeno il 25% del bilancio deve essere investito per promuovere l'inclusione sociale, compresa l'integrazione dei cittadini di paesi terzi;
almeno il 3% della dotazione deve essere destinato all'assistenza alimentare e materiale di base per gli indigenti;
tutti gli Stati membri devono assegnare una quantità adeguata delle loro risorse dell'FSE+ ad azioni mirate volte a combattere la povertà infantile; gli Stati membri con un livello di povertà infantile superiore alla media UE devono utilizzare almeno il 5% delle loro risorse FSE+ per affrontare tale problema;
spetta un finanziamento adeguato anche allo sviluppo delle capacità delle parti sociali e della società civile negli Stati membri, e almeno lo 0,25% del fondo dovrebbe essere assegnato in base alle raccomandazioni specifiche per paese;
un articolo relativo al rispetto dei diritti fondamentali per sottolineare che tutte le operazioni devono essere selezionate e attuate in conformità della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

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