Apple ammette di aver ricorso al lavoro minorile.

Apple ammette di aver ricorso al lavoro minorile.

La Apple avrebbe confermato pubblicamente nei giorni scorsi che alcune sue aziende esterne, cui ha appaltato la produzione di alcune componenti per i suoi prodotti, hanno fatto ricorso al lavoro minorile. Si tratterebbe di aziende stanziate per lo più in Asia, probabilmente in Cina. Un dossier, disponibile anche online, riporta l’esito di ispezioni interne condotte dall’azienda stessa per verificare la presenza di eventuali violazioni delle leggi locali e del codice etico interno della Apple. In quest’ultimo sono state documentate numerose forme di discriminazione ai danni dei lavoratori ed il ricorso ad un orario lavorativo eccessivamente estenuante a fronte di una retribuzione del tutto inadeguata. La Apple, secondo il rapporto, avrebbe scoperto tre stabilimenti dove erano stati assunti operai al di sotto dell’età legale minima per lavorare. Nonostante sia stata varata una nuova legge sul lavoro con lo scopo di garantire maggiori tutele ed estendere i diritti dei lavoratori, in Cina il rispetto delle norme è del tutto approssimativo, e il crollo dell’export ha notevolmente contribuito a peggiorare le condizioni nelle fabbriche, mancando gli strumenti e la forza di volontà da parte delle autorità locali per effettuare i controlli richiesti all’interno delle fabbriche.

Profile picture for user Rossella Biagi

Collaboratore
Cronaca Internazionale