Caterina Bueno la “raccattacanzoni” tra musica e anarchia
Questo martedì, 18 febbraio, al PostModernissimo sbarca il docufilm "Caterina”, dedicato a una figura storica della musica popolare italiana come Caterina Bueno (inizio alle 21.00). Ospite della serata sarà il regista Francesco Corsi, che dopo la proiezione dialogherà con il pubblico coadiuvato da Moreno Barboni della Fonoteca Regionale Oreste Trotta insieme a Daniele Cestellini (coordinatore scientifico di Blogfoolk.it magazine) e Giancarlo Palombini (docente di Patrimoni sonori alla Scuola di Specializzazione DEA dell'Università degli studi di Perugia). Il film sulla Bueno arriva a Perugia dopo aver conquistato il premio del pubblico MyMovies.it e il premio "Gli imperdibili" all’ultimo Festival dei Popoli e narra la vita di un personaggio importante del nostro recente passato, nota ai più anche per essere la protagonista di una canzone di Francesco De Gregori, "Caterina" appunto.
L’etnomusicologa e cantante folk, scomparsa nel 2007, ha anche compiuto numerose ricerche, dagli anni Sessanta in avanti, percorrendo la Toscana e il centro Italia in Fiat 500 con il suo registratore a bobine. Questi materiali sono confluiti nell'archivio del Laboratorio audio della Scuola Normale Superiore di Pisa, al quale sono stati donati dagli eredi per il restauro; nel film la voce della Bueno emerge da quei frammenti e anche dai documenti provenienti dalla produzione RAI "Caterina raccattacanzoni" (datata 1967) e da altri conservati all'Archivio di stato di Firenze. L’evento di martedì è organizzato dal PostMod in collaborazione con la Fonoteca Regionale Oreste Trotta (Regione Umbria): «Per la Fonoteca, che ha il compito statutario di divulgare le culture sonore - spiega Moreno Barboni - la presentazione del docufilm "Caterina" rappresenta un'interessante occasione di verifica del ritorno d'interesse verso il folk, la musica popolare e la tradizione orale, riscontrato già in altri progetti sul paesaggio sonoro. In questo ci aiuteranno anche i due etnomusicologi presenti con i quali in forma di talk, per favorire l'intervento del pubblico, si cercherà di capire il valore attuale e futuro di questa memoria storica».
Il film “Caterina” è il ritratto di una delle maggiori interpreti e ricercatrici del canto popolare tradizionale e contadino in Italia. Il suo lavoro ha reso possibile il recupero e la diffusione di un vasto repertorio di canti, tramandato oralmente fino al ventesimo secolo e altrimenti destinato all’oblio a partire dagli anni Sessanta. Una vita divisa tra ricerca e spettacolo ha portato la Bueno a calcare i palchi nazionali e internazionali, rendendola una figura imprescindibile del mondo culturale dell’epoca e facendole incrociare il cammino con alcuni tra i più importanti intellettuali: da Dario Fo a Pier Paolo Pasolini, passando per Umberto Eco, Giovanna Marini, Fausto Amodei e Francesco De Gregori. Il docufilm a lei dedicato rappresenta anche una parabola significativa della trasformazione sociale e culturale che ha subito l’Italia a partire dagli anni del boom e, più in generale, sul rapporto di un Paese e di una comunità con la propria memoria storica e con la propria cultura: «Caterina" di Francesco Corsi - sottolinea Barboni - si pone oltre il genere del docufilm biografico un po' televisivo fatto in gran parte d'interviste, cercando d'incuriosire (per far approfondire in seguito) rispetto ad un personaggio “mitico” come Caterina Bueno tramite un vero e proprio ritratto d'amicizia in cui alcuni personaggi-guida che hanno collaborato e suonato con la "raccattacanzoni" ne rievocano la memoria vivente grazie alle loro preziose testimonianze fatte di archivi privati che mostrano con le loro mani. Le stesse mani con le quali Giovanna Marini fa rivivere nella contemporaneità il concerto-evento "Bella ciao" del 1964 tornando al Caio Melisso di Spoleto dove prese il via quel folk italiano ancora vitale». Il docufilm è prodotto da Kiné in collaborazione con l’Associazione culturale Bueno, l’Istituto Ernesto De Martino e l’Archivio del movimento operaio e contadino della Provincia di Siena, con il sostegno del MiBAC nell'ambito di Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema.