Che ne sarà dei paesaggi italiani
L'Associazione culturale Perperugia e oltre organizza venerdì 17 novembre 2017 alle ore 17:00 presso la Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia un incontro pubblico sul tema:
CHE NE SARA' DEI PAESAGGI ITALIANI
I relatori invitati a parlare sono: Franco Farinelli Geografo Domenico Luciani Architetto e PaesaggistaBruno Toscano Storico dell'arte, Professore Emerito dell'Università Roma 3
"L'obiettivo è di trasmettere in pubblico il pathos che guida le ricerche sul paesaggio, le vicende attraverso le quali si è formato quell'impasto di tensione scientifica, di passione filologica e di impegno civile che fa della conoscenza storica e geografica dei paesaggi (dei luoghi) uno strumento indispensabile per il buongoverno. I relatori parleranno della loro personale esperienza, dei loro maestri, della loro biblioteca, dei loro luoghi e dei loro viaggi, non solo per riflettere sul perché ci si occupa di paesaggio, di come si sono trasformate le idee, le scuole e le norme sul paesaggio in questi ultimi decenni, ma anche per tentare (evitando ogni banalizzazione futurologica) di trarre criticamente qualche auspicio per i nostri paesaggi."
- Paesaggi: di che si tratta? La metamorfosi del linguaggio e le cause della persistente babele delle parole e del loro significato. Le forme oblique del culto della memoria e di bisogno della natura nella vita attuale degli italiani (europei).
- Appunti sulla nozione di luogo. Paesaggio come forma/vita di luogo.
- Paesaggi: come possiamo conoscerli? Lo studio e la ricerca sulle forme/vite dei luoghi. Le sfere riconoscibili (natura, memoria, condizione umana attuale) e la conoscenza storicistica della loro incessante metamorfosi. La meravigliosa complessità del luogo: compresenza di misure infinitamente diverse di tempo in uno stesso ambito conterminabile di spazio dotato di un sito immodificabile. Le discipline pertinenti e la difficoltà del dialogo di sguardi e di strumenti, con qualche recente esperienza incoraggiante.
- Paesaggi italiani: alla domanda "che ne sarà di loro" rispondiamo con altre domande. Chi li governerà? Come sapremo governarli? Dipenderà dall'evoluzione di molti elementi tra loro interrelati. Dalla qualità della committenza pubblica, in particolare i livelli locali (decisivi i Comuni). Dalla formazione degli specialisti del governo di luoghi. Dall'applicazione delle (spesso ottime) norme disponibili, come la Costituzione Italiana e qualcuna delle Convenzioni Europee. Dalla storia delle Comunità e dalla nuova irruzione dei Beni Comuni. Dalla ricerca di una terza via nella eterna tensione tra conservazione e innovazione: la possibilità di aprire una lunga fase adattativa di "grandi pulizie" dei luoghi (non solo urbani) dopo i secoli di bulimia accumulativa della modernità. Dall'affermazione di un modo di progettare togliendo. Dalla rinascita della capacità (abbiamo alle spalle una memoria immensa) di usare l'acqua come ingrediente costitutivo del progetto negli spazi aperti della città. Da un'antropologia e un'economia della campagna e della montagna che ritrovino il valore, la bellezza e l'utilità degli ambiti nei quali possano liberamente convivere forme vegetali e animali dell'infinita varietà della natura.
Riflessioni di Domenico Luciani, in preparazione del nostro incontro